
Copiare durante gli esami e i compiti in classe: accade soprattutto nelle scuole del sud Italia, dove il benessere socio – economico è minore. Lo rivela la mappatura dell’imbroglio scolastico, realizzata da Lorenzo Newman e ripresa da Orizzonte Scuola, che ha condotto uno studio analizzando i dati sul cheating messi a disposizione dall’INVALSI.
Ma cosa comporta imparare a copiare fin da piccoli, a volte addirittura con il beneplacito del docente? Oltre ad essere un ostacolo all’apprendimento, inficia la valutazione finale e il rispetto degli studenti verso i propri insegnanti.CHEATING, LO STUDIO – Difficile studiare nel dettaglio il fenomeno del cheating, termine tecnico che indica l’antica arte del copiare tra i banchi di scuola. Un’analisi statistica approfondita alla quale poter fare riferimento, però, è quella tenuta dall’INVALSI, che monitora i risultati dei test approssimando gli indicatori di cheating in ciascuna classe. In che modo? Valutando media, deviazione standard, risposte mancanti e omogeneità delle risposte in ogni singola classe è possibile ricavare un “profilo comportamentale anomalo”, il profilo del cheater perfetto.
LA MAPPA DEI COPIONI – Quali sono, dunque, le scuole d’Italia più frequentate da questi fenomeni del copia copia? Dall’analisi dei dati dal 2011 al 2013, a primeggiare sono le classi delle regioni meridionali: Sicilia, Calabria e Campania sul podio. Le 20 province nelle quali il fenomeno è più concentrato sono, tendenzialmente, sempre le stesse: Caserta, Cosenza, Messina, Napoli, Salerno, Agrigento e via dicendo. Rispetto alle 20 province migliori il divario è enorme: mediamente 4,5 volte superiore.
FAMIGLIA E RENDIMENTO SCOLASTICO – Due, dunque, gli aspetti ricorrenti del cheater per eccellenza. “Tendenzialmente, si copia di più nelle province dove gli studenti hanno in media un indice di benessere socio economico più basso”, spiega Lorenzo Newton. “Confrontando con i voti medi ottenuti in pagella, sembra che le province dove si copia di più siano quelle meno performanti accademicamente”, continua nello studio. Meno benessere e voti più bassi.
CONSEGUENZE? – Generalmente, il fenomeno del cheating rende ovviamente difficile una corretta valutazione del sistema scolastico italiano, privando di dati affidabili sulle reali performance degli studenti. E sui ragazzi, invece, che conseguenze comporta? “Disincentiva l’apprendimento, incentivando invece la disonestà come metodo per conseguire risultati. Può creare mancanza di rispetto verso gli insegnanti stessi, qualora questi colludano nel cheating”.
Francesca Fortini