
Dopo le proteste dello scorso autunno, i docenti hanno indetto un nuovo sciopero per la sessione estiva. Questa iniziativa ha suscitato una reazione forte degli studenti, che si sono mobilitati con proteste e foto per far conoscere il loro punto di vista.
Infatti anche se l’Udu (Unione Studenti Universitari) ha riconosciuto le ragioni del nuovo sciopero dei professori e ha fatto sapere il suo supporto a questa battaglia, ritiene che gli unici che andranno a pagare lo sciopero saranno gli studenti universitari: "Ribadiamo la nostra vicinanza al merito delle rivendicazioni della docenza - dice Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu - ma continuiamo a essere fortemente contrari ai metodi di protesta individuati. Lo pensavamo prima e ancor più ora col realizzarsi dello stallo nella formazione di un governo: i promotori non hanno alcun interlocutore con cui negoziare pertanto lo sciopero sarebbe davvero una inutile e ingiusta punizione per gli studenti".
Ecco che quindi nelle università si sta creando una spaccatura tra docenti e studenti, due classi che dovrebbero far fronte comune, ma che si vedono agli antipodi ancora una volta.
Infatti se le ragioni dello sciopero degli insegnanti sono giuste, i metodi applicati per far valere i loro diritti calpestano quelli degli studenti, che hanno etichettato queste modalità come inutili e dannose.
Secondo il sindacato, poi, se si tiene conto della situazione politica ancora incerta, con un governo non formato, le rivendicazioni dei docenti "non troveranno un interlocutore", cadendo così nel vuoto e "creando solo disagi".
I motivi dei prof
I professori protestano per argomenti ormai noti. Il problema è lo sblocco degli scatti di stipendio dal 2011 al 2015, che il Governo Gentiloni aveva provato a sistemare senza successo. Infatti lo scongelamento è stato postdatato di un anno rispetto agli altri dipendenti pubblici (da gennaio 2015 a gennaio 2016). I docenti quindi ora chiedono che gli scatti mancati siano riconosciuti a livello giuridico: altrimenti, ai fini dell’anzianità di servizio, è come se in quel periodo non avessero lavorato.
Lucilla Tomassi