
, queste le parole della 54enne che nella mattinata di venerdì avrebbe sparato con una pistola ad aria compressa contro un gruppo di studenti in protesta davanti a scuola.
È successo a Monterotondo, nella città metropolitana di Roma. I fatti sono stati immortalati anche attraverso un video, diffuso dalla pagina social ‘Welcome to Favelas’. Nella clip si vede chiaramente la signora puntare l’arma in mezzo alla folla.
-
Leggi anche:
- A 17 anni inventa strumento per la diagnosi precoce del Parkinson, la malattia che ha colpito il nonno
- Due 16enni condannati ai lavori forzati per aver visto serie Tv vietate, succede in Corea del Nord
- Cosa significa 520? Come dire “ti amo” con i numeri
La donna: “Non riuscivo a passare con la macchina, siamo esasperati”
Gli studenti protestavano davanti alla scuola, a Monterotondo, quando all’improvviso la donna ha tirato fuori la pistola ad aria compressa e l’ha puntata sulla folla. “Non riuscivo a passare con la macchina”, si è giustificata, come riporta ‘La Repubblica’. “Non è la prima volta che accade, siamo esasperati. Non ce la faccio più”. A unirsi alla follia sarebbe stato anche il figlio 20enne, che ha mirato con un fucile ad aria compressa direttamente dal balcone. All’inizio sembrava uno scherzo, ma poi sono arrivati gli spari. Tre studenti maggiorenni sarebbero rimasti lievemente feriti alla testa. Eppure, la 54enne smentisce la versione dei ragazzi: “Nessuno di noi due ha sparato, la mia pistola era senza caricatore”. Ma sono tanti quelli che hanno sentito esplodere i colpi. Sul posto sono poi accorsi i Carabinieri di Monterotondo che hanno immediatamente provveduto al sequestro di pistola e fucile, entrambi di libera vendita senza il bisogno di un porto d’armi. Ed è quindi partita la denuncia nei confronti della donna e del ragazzo per lesioni personali ed esplosioni pericolose.
Una situazione che va avanti già da tempo
Madre e figlio sono incensurati. Si tratterebbe quindi di una vendetta dettata dall’esasperazione, come oltretutto ha dichiarato la stessa donna. La casa dei due, infatti, si trova proprio di fronte alla scuola in questione e non sarebbe la prima volta che la donna si trova impossibilitata a uscire con la macchina dal cancello. La conferma è arrivata anche dalla preside dell’istituto: “È da tempo che va avanti questa vicenda, spesso in passato la signora aveva citofonato a scuola e chiamato i carabinieri perché non poteva uscire dal cancello”. Ma questo naturalmente non basta a giustificare un simile gesto.