
Nessuno può rispondere a ciò, perché la storia non si fa con i "se" e con i "ma".
Tuttavia vorrei fare da mediatore tra le due tesi contrastanti: secondo me la storia è stata ed è tuttora una grande maestra di vita, saggia, diligente, alacre, ecc... ecc..., è l'umanità che non è stata a sua volta un bravo discepolo, non apprendendo nulla, o almeno facendo "sega" quando ci sono state le spiegazioni più importanti.
La prima soluzione che l'uomo trova ad ogni suo problema è dare la colpa a qualcun altro, è insito nella sua natura, è un gesto spontaneo e nessuno può confutare ciò che sto dicendo; ci succede ogni giorno, ed a tutti, nessuno escluso, solo che in questo caso, data l'enormità della colpa e del colpevole, si è trovato un capro espiatorio maggiore. Quasi sicuramente Montale aveva voluto dire le stesse cose che sto dicendo proprio adesso io, ma nonostante ciò ho preferito mettere l'accento non sulla "istoria", ma sull'umanità.
In fin dei conti, ciò è avvenuto ovviamente non perché l'uomo sia stato un alunno poco attento, ma poiché in tutta la storia dell'umanità si è ripetuta una serie di "peccati per malizia" (come direbbe il sommo poeta). Bene era noto all'uomo ciò che stava facendo e l'errore era proprio sotto il suo naso ,solo che è bastato tapparsi le narici per non avvertirne la presenza; purtroppo a questo punto mi sento di dissentire con Socrate, quando afferma che "chiunque conosca che cosa sia il bene e che cosa sia il male, non può che fare il primo e rifuggire il secondo", poiché (anche questo venturo è un tema ormai noto) la cattiveria è insita nell'animo umano, l'uomo è cattivo sin dalla nascita, in certi individui questa cattiveria è tenuta sotto controllo oppure è meno accentuata, ma è pur sempre presente. Così la pensava Machiavelli, così Hobbes e altri filosofi, e molti altri ancora fino ad arrivare a ritroso a Terenzio ("homo homini lupus"); non ho di certo scoperto l'acqua calda, voglio solo re-attualizzare un tema che secondo me è fin troppo sottovalutato dalla società di oggi: "Ma chi sa perché ha ucciso tutta quella gente..?" "Ma che cosa sarà successo nella sua mente per averlo fatto reagire così?", ecc... Ci stupiamo di continuo con frasi del genere, non nego sia accettabile sdegnarsi di fronte ad atti di follia e cattiveria manifesta, ma dovremmo pur riflettere che è così sin dai tempi della preistoria, quando ci si uccideva per un bastone o una caverna. L'uomo non è cambiato per nulla, l'unica differenza è che oggi invece di grugnire, comunica (e tante volte sarebbe stato meglio restare ai grugniti) ed invece di uccidere i propri simili con una sassata, li accoltella alle spalle o ne avvelena l'aperitivo.
Non cambieremo mai ed anzi peggioreremo anno dopo anno, perché il progresso umano è inversamente proporzionale alla moralità dei costumi (più si inventa e si progredisce, più la società diventa meschina e corrotta. Proprio come diceva Voltaire; e non lo ha detto l'anno scorso, ma nel diciottesimo secolo, eppure disse una grande verità universale).
Seppur mi io mi sforzi di esser più ottimista, puntualmente vengo smentito e ricado in un baratro di speranze morte,per questo rimpiango la beata ingenuità dei bambini, che però, ho paura, stiano imparando fin troppo bene e velocemente da noi più grandi.
"A volte l'uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la propria strada" (W.Churchill)
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