
All'istituto comprensivo Rita Borsellino di Palermo, 400 alunni delle elementari saranno chiamati alle urne per decidere sull'abolizione del grembiule scolastico.
L'iniziativa, nata da una lettera di due classi di quarta elementare, ha spinto la dirigente scolastica a indire un vero e proprio referendum per coinvolgere l'intero istituto in una decisione democratica.
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Le motivazioni degli alunni
Nella lettera inviata alla preside, i bambini lamentano disagi legati all'uso del grembiule, soprattutto durante la stagione calda, e rivendicano il diritto all'individualità. "Pensiamo che quando fa caldo non li vorremmo mettere.
Sono stretti e non ci possiamo muovere. Non dobbiamo per forza essere tutti uguali perché ognuno è diverso", scrivono nella lettera.La preside, Lucia Sorce, ha accolto la richiesta, lasciando scegliere proprio agli alunni. Come spiega a ‘La Repubblica’: “Faremo un vero referendum con tanto di urne, scrutatori e voti per arrivare alla decisione finale", sottolineando l'importanza di coinvolgere tutti gli alunni anche quelli delle prime classi.
Come voteranno gli studenti?
Il voto sarà accessibile a tutti gli studenti dell’Istituto Rita Borsellino, anche ai più piccoli che ancora non sanno leggere e scrivere. "I bambini hanno previsto due tipi di schede, una soltanto con le figure per agevolare i più piccoli. Sono entusiasti e davvero motivati. Stanno lavorando sodo per arrivare al giorno del voto. Faranno tutto loro", spiega uno dei maestri delle classi quarte che hanno scritto la lettera alla dirigente scolastica, Giovanni Lo Monaco.
Proposte alternative all’uso del grembiule
Gli studenti nella lettera, oltre all’abolizione, hanno presentato delle soluzioni alternative sull’utilizzo del grembiule. I bambini propongono di indossarlo solo in momenti specifici, come durante il pranzo, le attività nell'orto, le lezioni d'arte o le uscite didattiche per facilitare il riconoscimento.
La scuola ha accolto questa proposta e ha deciso di avviare una sperimentazione proprio nelle due classi che avevano sollevato la questione, in attesa dei risultati del referendum.
La preside ha sottolineato l'importanza educativa di questa iniziativa, definendola "un compito di realtà che educa i bambini alla democrazia partecipata", e ha evidenziato il valore formativo dei processi partecipativi, anche nella loro complessità.