
Una ricarica di troppo gli costa caro. Uno studente di informatica di diciotto anni ha messo in atto una truffa informatica da 30 mila euro attraverso la vendita illecita di ricariche telefoniche. Il ragazzo, con la complicità di alcuni amici e la protezione della sua identità tramite canali anonimi su internet, è riuscito a farla franca e ad evitare le forze dell’ordine per mesi, fino a qualche giorno fa, quando è stato rintracciato e denunciato.
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CREDITO INFINITO – Un genio dell’informatica alla Matrix, forse, ma la sua storia non è un film e non c’è un mondo parallelo.
Il ragazzo appena diciottenne, studente all’ultimo anno delle scuole superiori della provincia di Treviso, è finito in arresto per una truffa da migliaia di euro. Pochi elementi per ricostruire una storia di mistero e abilità tra i fili della connessione internet. Lo studente con la complicità di alcuni amici riusciva a trafficare ricariche telefoniche dal negozio di telefonia dove lavorava, tramite l’utenza del suo ex datore di lavoro. Tutto, attraverso l’anonimato concesso da un sito internet.TRA RICARICA E ANONIMATO – Le abilità dell’informatico non conoscevano limiti. Lo studente era ben consapevole di commettere atti illeciti, perseguibili dalla legge, e ha studiato bene il modo di passare inosservato alla polizia postale. In internet esistono dei canali fittizi e oscuri, chiamati “darknet”, in grado di garantire l’anonimato, quella usata dal maggiorenne in questione si chiama “Tor”. Proprio grazie a questi sentieri internet oscuri è riuscito a frodare il sistema con la compravendita di ricariche telefoniche e il bitcoin, la nuova frontiera della moneta virtuale.
DALLA RETE ANONIMA ALLA DENUNCIA SOCIAL- Le indagini per trovare il giovane truffatore sono durate sei mesi. Durante queste settimane le forze dell’ordine hanno ricostruito il percorso delle ricariche telefoniche e rintracciato la rete di complici e amici attraverso i social network. Una truffa paradossale, dai meandri della rete oscura di internet alla rete più pubblica: Facebok. I beneficiari delle ricariche hanno commesso troppi passi falsi, ringraziando infatti il truffatore pubblicamente sul social network, lo hanno di fatto consegnato alle forze dell’ordine, che più facilmente sono riusciti a scovarlo. Nella casa del ragazzo, dove sono state attuate delle perquisizioni, sono stati sequestrati 10 computer, due carte di credito, 400 sim e diverso materiale cartaceo.
Carmine Zaccaro