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Gelmini: si moltiplicano le proteste articolo
Tutti contro la Gelmini: sotto questo grido di battaglia si stanno organizzando forme di protesta in tutta Italia contro la riforma del sistema scolastico e universitario. Tante le categorie coinvolte: insegnanti di ogni ordine e grado, le famiglie con figli alle elementari, gli studenti delle superiori e dell'università.
Perché questa riforma va ad impattare, sopratutto per via dei tagli alla spesa, su tutte le realtà del nostro sistema formativo.

STUDENTI - Dopo la grande partecipazione alle Manifestazioni del 10 ottobre, l'Unione degli Studenti ha invitato poi tutti gli studenti ad estendere le proteste mobilitando le proprie scuole nei giorni 21, 22 e 23 ottobre, giorni in cui il Decreto Gelmini approderà al Senato per l'approvazione finale, con occupazioni, autogestioni, assemblee straordinarie. Lo slogan dell'iniziativa sarà “Ora provate a fermarci!”.

SINDACATI - I sindacati della scuola hanno invece proclamato uno sciopero per il 30 ottobre: molti insegnanti rischiano infatti di perdere il posto a causa della riduzione dell'orario di lavoro. Al loro fianco, per lo stesso motivo, scenderanno anche in piazza gli studenti: un fatto davvero raro!

COMITATO VITTIME GELMINI - Il Codacons ha costituito un Comitato nazionale Insegnanti , Genitori e Studenti Vittime della Gelmini. Così recita la lettera che la dott.ssa Rosalba di Placido, responsabile scuola di Codacons: "Chiediamo a tutte le scuole, agli insegnanti, agli Studenti e al personale di rispettare un simbolico minuto di silenzio per la scuola agonizzante venerdì 17 ottobre alle ore 10. Sarà un altro sensibile segno di dissenso nei confronti della riforma, segnali che tutti insieme dovrebbero preoccupare il Governo e indurre il ministro Gelmini ad ascoltare la volontà degli elettori". Vi informiamo, inoltre, che è in preparazione il ricorso Codacons contro la legge Gelmini per l'accertamento della sua legittimità costuzionale". Per iscriversi ai Comitati delle vittime e per maggiori informazioni, clicca qui.

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EMAIL A NAPOLITANO - Un tam tam circolato via sms qualche giorno fa ha fatto giungere al nostro Presidente della Repubblica migliaia di mail. La catena di Sant'Antonio invitava ad andare sul sito internet del Quirinale e poi, cliccando su "posta", a mandare una email a Napolitano "per chiedergli - si legge nell'sms - di non firmare il decreto Gelmini. Se ne arrivano almeno 2000 - è scritto ancora nel messaggino - si può bloccare".

NAPOLITANO: SORRY BUT - Le mail sono state talmente numerose che il Quirinale ha pubblicato una nota ufficiale per rispondere a tutte queste richieste. Il succo? Guardate è tutto molto bello, stiamo seguendo la cosa ma siccome il Parlamento non ha ancora approvato la legge, non possiamo farci nulla. In più, il Presidente della Repubblica non si assume direttamente la responsabilità delle leggi che firma, ma questo spetta al Governo.

AUTUNNO CALDO - Sicuramente le proteste continueranno, perché sarà difficile mettere tutti d'accordo sulla scuola. Ci sarà sempre qualcuno che penserà che si sta sbagliando. Al di là del merito delle decisioni, che possono essere giuste o sbagliate anche a seconda dei punti di vista, il dato incontrovertibile è che il decreto Gelmini è passato alla Camera solo attraverso il voto di fiducia e con poche discussioni in aula. La scuola è un bene del paese, perciò le modifiche andrebbero discusse in parlamento cercando di mettere d'accordo quanti più deputati possibili.

Nelle vostre scuole, come stanno andando le cose? Si stanno organizzando forme di protesta? Dite la vostra commentando l'articolo!

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