
A 12 anni, forse, è un po' troppo presto per girare con i profilattici in tasca, ma in questo caso la punizione per lo studente "beccato" è stata davvero severa. Un alunno di 12 anni di una scuola media del Soveratese, in provincia di Catanzaro, è stato infatti escluso dalla gita scolastica perché lo scorso anno, in visita di istruzione, i professori avrebbero trovato un preservativo nella sua camera.
Come riporta Linkiesta.it, già all'epoca, il ragazzo avrebbe "pagato" con un provvedimento disciplinare per aver portato con sé l'oggetto "proibito". Ma i problemi per lui non sono finiti lì: anche quest'anno salterà la gita scolastica e i genitori sono andati su tutte le furie. Ma in fin dei conti, non sarebbe stato meglio - e più educativo - tentare un approccio diverso?
Valerio Mastrandrea spiega perché è importante usare sempre il preservativo.
PROFILATTICO: OGGETTO "PROIBITO" - Insomma, lo "scandalo" del profilattico sembra perseguitare il ragazzo incriminato, tanto che i genitori hanno deciso di presentare denuncia contro il dirigente scolastico per abuso di mezzi di correzione. In pratica, il 12enne - nella gita del lontano 2015 - aveva un profilattico in camera, sì, ma chiuso nella sua bustina. Nonostante questo, si è ritenuto necessario punirlo: così si è beccato un provvedimento disciplinare. E fin qui, ci può anche stare. Ora però la punizione si sta perpetuando di anno in anno, e il consiglio di classe ha deciso di vietargli la gita per la "grave condotta" tenuta, ovvero la "detenzione" di un profilattico sigillato.
SOLDI PER LA GITA SI, VIAGGIO NO - Non si tratterebbe poi di un ragazzo problematico: a sentire i genitori, ha buoni voti e condotta. Così, in occasione della nuova gita scolastica, mamma e papà hanno compiuto tranquillamente tutte le procedure per la sua partecipazione, compreso il pagamento della quota dovuta. E poi fulmine a ciel sereno: il ragazzo non partirà. Il lato ancora più spiacevole di questa vicenda già di per sé spiacevole, è stato il modo - non proprio carino - in cui questo è stato comunicato all'alunno.
L'ACCUSATO DI FRONTE ALLA GIURIA - A quanto sembra, il prof organizzatore della gita avrebbe comunicato in classe, di fronte a tutti i compagni e alla presenza di un altro prof, che il ragazzo non avrebbe potuto partecipare al viaggio per gravi comportamenti disciplinari. Insomma, accusato in pubblica piazza: e possiamo immaginare quanto questo possa essere imbarazzante e difficile da digerire per un ragazzo che si vede ripreso davanti a tutti (in particolare davanti ad amici e un po' meno amici della sua età). Questo episodio avrebbe convinto i genitori a sporgere denuncia ai carabinieri per violazione dell'articolo 571 del codice penale, poiché a detta loro il comportamento del preside e dei prof avrebbe superato il limite dell'educazione rispettosa della dignità del ragazzo.
NON ERA MEGLIO UN PO' DI EDUCAZIONE SESSUALE? - Non c'è dubbio, 12 anni sono un po' pochini per cominciare a fare sesso. E non lo diciamo perché siamo bacchettoni, ma perché è probabile che a questa età non si sia tanto maturi da comprendere a pieno quanto sia qualcosa di importante e delicato. E allora, invece di punire a tempo indeterminato, perché non cercare di approfondire il tema del sesso anche in modo più costruttivo? E' quanto sostenuto dai genitori che, nell'esposto ai carabinieri, commentano: "Invece di cogliere l’occasione per trasformare lo “scandalo” in un momento formativo di educazione sessuale, si è addirittura provato sdegno". E in effetti, sembra proprio che le scuole siano "allergiche" ai preservativi e tutto ciò che riguarda il sesso. Da una ricerca di Skuola.net su 4mila studenti di età tra gli 11 e 19 anni, è emerso che quasi il 73% non ha mai parlato a scuola di argomenti relativi all' educazione sessuale. In più, quando i corsi sono stati fatti, in 1 caso su 2 è stato un buco nell'acqua: circa il 13% degli studenti li ha trovati poco interessanti, e addirittura quasi il 39% non ha imparato nulla di nuovo, pur trovando interessante il tema.
Carla Maria Ardizzone
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