Imma Ferzola
Autore
Studenti quadriennale

Eduscopio 2025, la nuova edizione del progetto della Fondazione Agnelli, aggiorna il quadro sulla qualità delle scuole superiori italiane con un focus molto atteso: l’analisi dei risultati universitari degli studenti che hanno seguito i percorsi di diploma quadriennale.

I dati mostrano performance meno brillanti rispetto ai coetanei dei percorsi tradizionali, un elemento che si inserisce nel dibattito sull’efficacia della sperimentazione attiva da alcuni anni.

Indice

  1. Quali sono le novità di Eduscopio 2025
  2. Quali sono i parametri di valutazione
  3. Cosa emerge dal confronto fra quadriennali e quinquennali
  4. Il commento della Fondazione Agnelli

Quali sono le novità di Eduscopio 2025

La piattaforma Eduscopio, ricordiamo, nasce per orientare famiglie e studenti, offrendo informazioni aggiornate su oltre 8.150 indirizzi di studio

L’edizione 2025, per la prima volta, ha preso in analisi i risultati di 2.112 studenti che hanno completato il percorso quadriennale avviato nel 2018/19 e hanno sostenuto la Maturità nel giugno 2022.

L’analisi è stata condotta dal gruppo di lavoro coordinato da Martino Bernardi, che ha esaminato complessivamente 1.355.000 diplomati italiani nei tre anni scolastici 2019/20, 2020/21 e 2021/22, confrontando l’esito universitario dei quadriennalisti con quello di 8.558 compagni di scuola iscritti al percorso quinquennale tradizionale.

Quali sono i parametri di valutazione

Come ogni anno, Eduscopio valuta le scuole secondo indicatori specifici. Per i percorsi orientati all’università vengono analizzati:

  • Indice FGA, che combina la percentuale di crediti universitari conseguiti e la media dei voti ottenuti agli esami.
  • Media dei voti universitari degli ex studenti.
  • Crediti formativi universitari ottenuti nel primo anno.
  • Diplomati in regola, ovvero gli studenti che completano lo studio nei tempi previsti.

Cosa emerge dal confronto fra quadriennali e quinquennali

Il confronto dei risultati universitari mette in luce un divario significativo: i diplomati quadriennali ottengono voti inferiori rispetto ai loro coetanei che hanno frequentato il percorso di cinque anni. La stima dei crediti universitari ottenuti evidenzia, inoltre, una minore efficacia nel superare gli esami del primo anno.

Gli studenti dei 142 istituti che hanno attivato il percorso quadriennale provengono per il 72% da scuole statali e per il 28% da paritarie, con una prevalenza nei licei scientifici.

Il commento della Fondazione Agnelli

Il direttore Andrea Gavosto sottolinea che “i risultati dell'analisi suggeriscono che un percorso quadriennale che anticipi a 18 anni l’uscita dalla scuola secondaria, in assenza di un profondo ripensamento didattico e organizzativo, potrebbe avere effetti negativi sulle competenze degli studenti e sulle loro prospettive successive”.

Invita, inoltre, a valutare con attenzione gli esiti delle sperimentazioni prima di introdurre riforme sistemiche: “Credo sarebbe doveroso valutare l’efficacia delle sperimentazioni che anticipano le riforme auspicate, così da poter ancora intervenire per tempo con aggiustamenti, allorché gli esiti non siano quelli originariamente attesi”.

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