
Non solo i colori, i nomi delle stagioni o piccole filastrocche da recitare una volta tornati a casa davanti a genitori soddisfatti ed emozionati. Nel Regno Unito i bambini dall’età di 4 anni all’asilo impareranno anche “Il significato del sesso e quello di una relazione sana e sicura”, come ha affermato il ministro della Pubblica Istruzione Justine Greeening.
Se fino ad ora, per combattere il fenomeno delle teen-mom, l’educazione sessuale era obbligatoria per gli studenti dai 15 anni in su, che frequentavano le scuole gestite dalle amministrazioni locali, adesso il governo di Sua Maestà ha deciso di abbassare ancora di più l’età in cui i ragazzi, o meglio i bambini, devono avvicinarsi alla materia. Proprio di questo abbiamo parlato su Virgin Radio all’interno della trasmissione Buongiorno Dr. Feelgood e Mr. Cotto.
Lezioni in base all’età
Ovviamente il bambino dell’asilo non verrà esposto agli stessi insegnamenti dei ragazzi più grandi: per ogni grado le lezioni saranno diversificate. Ai più piccoli infatti verranno spiegati ad esempio i principi base su come difendersi da minacce esterne e il significato del concetto di coppia; agli adolescenti invece come affrontare un rapporto sessuale, le precauzioni da prendere per evitare contagi di malattie sessualmente trasmissibili e come tutelarsi da rischi provenienti dal web. Il governo discuterà accuratamente i programmi delle lezioni e, come dichiarato da un portavoce del dicastero dell’Istruzione, già dal settembre del 2019 la strategia sull’educazione sessuale nelle scuole prenderà il via.
Le reazioni
Visto l’argomento, non era difficile aspettarsi reazioni decisamente contrastanti nei confronti dell’iniziativa. Se da una parte è stata accolta con favore, sottolineando che le ultime linee guida sull’educazione sessuale erano ormai obsolete in quanto proposte nel 2000, non sono mancate forti critiche. A fare da capofila, Antonia Tully, direttrice di Safe at School, che ha attaccato la decisione del Ministero definendola “tragica”. Alla base della critica, la convinzione che i bambini non potranno essere protetti dall’esposizione di immagini sessuali e che lo Stato non può sostituirsi ai genitori, i quali dovrebbero occuparsi dell’educazione sessuale dei loro figli.
E in Italia?
Nelle nostre scuole non ci sono linee guida precise per quanto riguarda l’educazione sessuale. A testimoniarlo un sondaggio fatto da Skuola.net proprio sulla materia che ha dato risultati molto chiari su come la materia venga, o meglio non venga, affrontata nonostante l’importanza. Alla domanda ‘La tua scuola ha mai organizzato corsi di educazione sessuale o sentimentale a scuola?’, solo il 29% ha dato una risposta affermativa, mentre la stragrande maggioranza, il 61%, ha dichiarato di non aver mai assistito a corsi di questo tipo. Nel mezzo piccole percentuali: il 3% studia in scuole che hanno organizzato lezioni di educazione sentimentale, 7% di educazione sessuale. Dati questi che spiegano bene le gravi lacune che gli studenti italiani hanno nei confronti dell’educazione sessuale, le loro conoscenze sul tema si limitano spesso a chiacchiere tra coetanei imbevute di credenze e nulla più. Tante ad esempio le ragazze convinte che è impossibile rimanere incinta dopo il primo rapporto sessuale o ragazzi certi di accorgersi se il preservativo si rompe durante l’atto. Questi e molti altri miti sul sesso sono stati raccolti dalla nostra redazione, se vuoi mettere alla prova le tue conoscenza non ti resta che leggere questo articolo.
Manlio Grossi