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Quello che sembrava irrealizzabile solo pochi anni fa, adesso è realtà. Il cinese entra a pieno titolo nelle scuole italiane. Potrebbe sembrare un azzardo, ma non lo è. Già in diversi paesi d'Europa, tra cui la Francia, il cinese si studia.

Uno sviluppo folgorante nella scuola primaria e secondaria. L'Italia, dopo alcuni anni di sperimentazione, è pronta ad accogliere i primi docenti di cinese di ruolo. Dopo 4 anni di introduzione nei curricoli della programmazione scolastica, lo scorso 21 novembre si sono svolti gli orali del concorso pubblico, che hanno consacrato i 13 insegnanti "certificati" di mandarino che verranno assunti con contratto a tempo indeterminato.

Nuovi prof di cinese

Si tratta anche di un processo di internazionalizzazione che si va consolidando nel nostro sistema scolastico e che non riguarda soltanto i licei linguistici, ma tutti gli indirizzi della scuola superiore. Nel 2016, per la prima volta, il Miur istituisce nuove classi di concorso a cattedre e posti di insegnamento. Dal prossimo anno scolastico, il 2017/2018, i primi 13 docenti "di ruolo" saranno assegnati agli istituti secondari di secondo grado. Da questo anno scolastico, intanto, i docenti avranno uno strumento in più per l’insegnamento, il Sillabo, documento realizzato al fine di perseguire sia i fini istituzionali di cooperazione educativa tra Italia e Repubblica Popolare Cinese e sia gli obiettivi formativi prioritari indicati nella Legge 107 “La Buona Scuola”, così da rendere più omogenei e coerenti prassi e materiali didattici. i docenti avranno a disposizione un altro strumento: un apposito forum aperto sul sito www.cineseascuola.it per scambiarsi esperienze ed opinioni.

Pronti a insegnare cinese

Il "Corriere della Sera" ha raccolto le storie di tre dei docenti che entreranno in cattedra il prossimo anni: "Il cinese ha una forte valenza educativa: fa capire che gli obiettivi importanti vanno costruiti poco alla volta, che il successo non è mai facile e che i risultati si raggiungono con pazienza e fatica. Quella che chiamo la ‘click generation’ ha bisogno di questo. Ciò che conta col passare degli anni è mantenere alta la motivazione allo studio", dice Francesco Maria Imparato, laureato all'Università di Milano in Lingue Moderne. Per Fiammetta De Angelis, 31 anni, insegnante già da 3 anni di cinese il metodo è quello comunicativo. Uso da subito la lingua e poi li stimolo facendo giochi, attività di gruppo, quiz. Ma anche raccontando loro aspetti che possono spaventare della cultura cinese, come la politica del figlio unico". Gabriele Noè, invece, 27 anni, da Torino è rimasto affascinato dal mondo orientale: "Mi sembrava una cosa fantastica, quel mondo così diverso dal nostro. In Cina ci sono stato diversi mesi, anche per frequentare un corso di cinese commerciale. Ma non era quello che volevo fare. Mi è piaciuto subito insegnare. I ragazzi sono incuriositi dalla cultura. Basta iniziare a parlare dei ristoranti e del cibo e poi vanno a ruota libera".

Italia - Cina: le distanze si accorciano

Ogni anno si incontrano sempre più professionisti o giovani laureati che decidono di intraprendere una nuova vita in Cina. Da qui arrivano i nostri iPhone, iPad; il nostro abbigliamento, le nostre macchine fotografiche. Duemila aziende italiane sono presenti ad oggi e altre arriveranno. Un fenomeno destinato ad aumentare. Perché facilita l’ingresso nel mondo del lavoro sia all’estero, per chi vuole trasferirsi, sia in Italia, con soggetti che hanno scambi con la Cina.