
Capita sempre più spesso che la scuola da luogo d'inclusione, si trasformi in luogo esclusivo. Sono molti, infatti, i ragazzi disabili che, in un modo o nell'altro, vedono limitato il loro diritto allo studio. E la storia di Francesco Emanuele, studente napoletano, si inserisce proprio in questo contesto. Come racconta 'L'occhio di Napoli', il giovane 14enne è affetto da un disturbo mentale e ha bisogno dell'insegnante di sostegno per seguire le lezioni. Come sostenuto dalla sorella di Francesco Emanuele, in una lettera indirizzata al dirigente scolastico, però, l'assenza dell'operatore di supporto ha compromesso la frequentazione delle lezioni per il giovane che non riesce ad andare a scuola “in modo adeguato e dignitoso”.
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Scuola, se questa è inclusione
Nella lettera, la sorella di Francesco Emanuele sottolinea come la sua splendida famiglia si sia sempre battuta per garantire al giovane un'istruzione serena e si appella al dirigente scolastico: “Siamo pronti, ogni giorno, a confrontarci per la risoluzione di tutti gli ostacoli ma per assolvere al diritto dovere all'istruzione ed alla formazione in una scuola dove passa il concetto di piena attuazione di “scuola inclusiva” non puoi essere da solo”. Anche se poi, Francesco Emanuele è stato di fatto lasciato solo, ed anche ai membri della sua famiglia è stato impedito di svolgere il ruolo di operatori: “A nulla è servita la nostra disponibilità, ad espletare il supporto dei bisogni primari”.
L'istruzione parentale come unica soluzione
Una vicenda che poteva concludersi diversamente ma che invece è andata verso un infelice epilogo, come scrive Daniela, la sorella di Francesco Emanuele: “Oggi sono costretta, mio malgrado, a chiedere formalmente come procedere per attivare l'istruzione parentale, abbiamo perso tutti ma la scuola insegna sempre. E Francesco ha imparato la lezione più importante della sua vita, l'indifferenza delle istituzioni” scrive la donna con amara ironia. Come darle torto, una storia che sa di sconfitta un po' per tutti: per Francesco che deve fare salti mortali per un diritto che gli spetta, come gli altri, e la scuola che non riesce più a svolgere la sua sacra missione e come scrive Daniela, parafrasando Don Milani: “Se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. E' un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.Effettivamente se si guardano i numeri Istat del report annuale 2020/2021 sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità, si può capire come il meridione sia in particolare difficoltà. In Campania, nell'anno scolastico 2020/2021 si contava 1 operatore ogni 16 alunni circa, numeri da brivido specie se rapportati alla media nazionale che è di un assistente ogni 4,6 alunni. Il dato migliore al Nord, precisamente in Lombardia: un assistente ogni 3 alunni.