
Torna il crocefisso in classe: il Tribunale dei Diritti dell'Uomo ha accolto il ricordo dell'Italia contro la decisione della Corte di Strasburgo, che lo scorso Novembre aveva vietato all'Italia di esporre il crocefisso nelle aule scolastiche. Contro questa sentenza il Governo ha presentato ricorso.
ESAME DI RIPARAZIONE - Si tratta comunque di una vittoria parziale.
Per la sentenza definitiva bisognerà attendere "diversi mesi". Sarà infatti un'altro organo, la Grande Camera, a prendere la decisione finale. Quindi la nuova sentenza "non pregiudica in alcun modo la decisione finale in un senso o nell'altro", ma rappresenta semplicemente un rinvio a giudizio.
CROCEFISSO STORY - Il caso era stato sollevato da Soile Lautsi, cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiesto all'istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme, frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule. Dopo essersi inutilmente rivolta ai tribunali italiani la donna aveva fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. E lì i giudici avevano sentenziato che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce "una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" e una violazione alla "libertà di religione degli alunni". Sulla sentenza il governo italiano aveva presentato ricorso.
STUDENTI CONTRO - Subito dopo la sentenza dello scorso novembre, gli studenti italiani si sono schierati contro. Secondo un sondaggio di Skuola.net il 77% degli studenti era contrario alla decisione di "bannare" il crocefisso dalle nostre aule. Una presenza con disturba e che in alcuni casi è solo virtuale: sebbene la legge lo preveda, in molte aule i crocefissi mancano o se si rompono non vengono sostituiti. Con la mancanza di fondi che affligge le nostre scuole, non è una spesa prioritaria la sostituzione dei crocefissi danneggiati.
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