
In alcune scuole niente più corsi di recupero pomeridiani: gli studenti “insufficienti” non sono più costretti a passare i loro pomeriggi chiusi in aula mentre i loro compagni si godono la libertà, i corsi di recupero si svolgono la mattina, durante il normale orario di lezione. È la novità di quest’anno per evitare di far pagare i corsi di recupero agli studenti. Lo scorso anno Skuola.net per prima denunciò il fenomeno: più di uno studente su dieci era costretto a pagare per svolgere dei corsi che in teoria sono gratis. Così quest'anno qualche preside si inventa i corsi di recupero mattutini.
SI RECUPERA DI MATTINA... - Al liceo scientifico “Righi” di Roma, i ragazzi con qualche insufficienza nel primo quadrimestre dedicheranno alcune ore di lezione al recupero di quelle materie mentre i compagni bravi di classe “approfondiranno” gli argomenti già spiegati per non andare troppo avanti con il programma in attesa del recupero dei loro amici.
All’Istituto tecnico Scarcele di Padova, invece, le lezioni per i recupero delle insufficienze si tengono la mattina perché, sostiene il preside Giulio Pavanini, le ore di recupero pomeridiane “appesantiscono chi ha già un rendimento zoppicante”.
... PERCHÉ MANCANO I SOLDI - E seppure questo potrebbe sembrare un miglioramento per lo studente, in realtà non è altro che l’ennesimo artificio escogitato da alcuni istituti scolastici per far quadrare i conti e non veder prosciugate le loro casse.

L’opinione…
Cosa c’è di sbagliato nel far recuperare i ragazzi che hanno preso delle insufficienze durante il normale orario scolastico anziché di pomeriggio?
Nulla, se non fosse che in questo modo si costringono anche tutti gli altri compagni a rallentare il loro studio;
Nulla ci sarebbe di sbagliato, inoltre, se non fosse che l’orario pieno di lezione deve comunque essere, per legge, di almeno 200 giorni;
E nessun problema ci sarebbe se questo sistema desse effettivamente dei buoni risultati.
Ma forse è il caso di guardare anche oltre e, come sostiene Giovanni Biondi, capo del dipartimento per la programmazione del Miur, “non si può ridurre tutto a una questine di risorse. Se c’è bisogno di recupero il vero problema è rinnovare la didattica: abbiamo un metodo narrativo che vorrebbe insegnare le scienze nello stesso modo della storia”.
Cristina Montini