
“No alle classi ponte: la scuola ha già la sua metodologia. L’integrazione è il valore di riferimento e a distanza il metodo scolastico attuale ha dimostrato che i risultati degli alunni immigrati sono i medesimi degli alunni italiani”. Queste le parole con le quali il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha ribadito il suo secco no alle classi ponte, quelle per soli studenti stranieri, lo scorso 7 settembre. Ma cosa ne pensano gli studenti? Noi lo abbiamo chiesto direttamente a voi ed è emerso un quadro piuttosto chiaro: non volete essere separati dai vostri coetanei di lingua e cultura diversa.
NON SONO UN AIUTO ALL’INTEGRAZIONE, PAROLA DI STUDENTE - Tanti gli studenti che si sono detti sfavorevoli all’idea delle classi ponte. Infatti, il 75,6% di loro sembra essere convinto che lo scambio culturale possa aiutarlo ad aprire la mente e a favorire l’integrazione. Magari perché, essendo cresciuti nell’era della globalizzazione, riescono a pensare con difficoltà all’idea di essere separati dal loro compagno di banco asiatico, piuttosto che dal coetaneo arabo che è diventato il loro migliore amico.
1 SU 5 È FAVOREVOLE - Non la pensa allo stesso modo il 19,5% degli studenti nostrani che sembra, invece, assecondare il principio alla base della proposte di creazione di classi ponte. Infatti, secondo loro, queste aiuterebbero gli studenti immigrati ad imparare più velocemente stando ai loro ritmi, ma senza rallentare l’apprendimento dei coetanei italiani. Pochissimi i ragazzi che non riescono a farsi un’idea sull’argomento, solo il 4,9%.
PERCHÉ LE CLASSI PONTE - Il no di ministro e studenti arriva dopo il rilancio della Lega Nord della proposta di creare classi diverse per gli alunni immigrati e per quelli italiani esprimendo il bisogni di “Rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione e istituire in via sperimentale classi di alfabetizzazione che consentano agli studenti non italofoni di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana”. Una proposta che a Roma potrebbe concretizzarsi visto che sono già stati presentato progetti per la costituzione di tali classi.
Classi ponte: 7 studenti su 10 sfavorevoli
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