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Classe vuota

A volte basta sfogliare il calendario per intuire l’andamento di un intero anno scolastico. Non sono solo i trimestri o le verifiche a segnare il passo, ma le pause che punteggiano i mesi, trasformandosi in attese collettive. 

La domanda, da parte degli studenti, è sempre la stessa: quali festività cadranno nel momento giusto per regalare un ponte? E quali invece finiranno intrappolate nel weekend, togliendo la gioia di un giorno in più? 

Il 2025/2026 si presenta come un copione alterno: qualche delusione – come il 25 aprile che si dissolve in un sabato – e al tempo stesso opportunità da sfruttare, come l’Immacolata di lunedì o il Primo Maggio di venerdì. In mezzo, le soste che nessuna coincidenza potrà intaccare, dal Natale alla Pasqua, veri pilastri del calendario. Il risultato è un mosaico di pause e ripartenze che accompagnerà studenti e insegnanti lungo l’intero percorso.

Indice

  1. Ognissanti senza ponte
  2. Immacolata in apertura di settimana
  3. La lunga parentesi di Natale
  4. Carnevale, una questione di geografia
  5. Pasqua in piena primavera
  6. Il 25 aprile sfuma nel weekend
  7. Primo maggio in discesa libera
  8. 2 giugno: l’ultimo ponte

Ognissanti senza ponte

Il primo test del calendario arriva con il 1° novembre 2025, che cade di sabato. Per la maggior parte degli studenti, quindi, niente ponte: solo chi frequenta le scuole con settimana lunga potrà beneficiare di un venerdì meno carico. Una partenza sobria, che rende l’attesa per le vacanze invernali ancora più sentita.

Immacolata in apertura di settimana

Diversa la sorte dell’8 dicembre, che nel 2025 cadrà di lunedì. Qui sì che si parla di ponte, con un weekend che si allunga e inaugura a pieno titolo l’atmosfera natalizia. L’aria di festa entrerà nelle classi con un paio di settimane d’anticipo rispetto alla chiusura vera e propria delle scuole. Almeno sulla carta.

La lunga parentesi di Natale

Tra il 23 dicembre e il 6 gennaio gli studenti lasceranno i banchi per la pausa più corposa dell’anno. Nel mezzo si susseguono Natale, Capodanno ed Epifania: un trittico che unisce tradizione, convivialità e, per molti, la possibilità di approfittare della stagione sciistica. Ed è proprio questo intervallo di oltre due settimane che segna la cesura netta del primo quadrimestre.

Carnevale, una questione di geografia

Il Giovedì Grasso cadrà il 12 febbraio, il Martedì Grasso il 17. Non essendo festività nazionali, le chiusure dipenderanno dalle decisioni regionali: alcune zone d’Italia concederanno vacanze ad hoc, altrove tutto resterà invariato. Un Carnevale a macchia di leopardo, che ribadisce quanto la scuola italiana resti un mosaico di autonomie.

Pasqua in piena primavera

Nel 2026 la Pasqua cadrà il 5 aprile, con il tradizionale lunedì di Pasquetta il giorno successivo. Le scuole resteranno chiuse, nella maggior parte dei casi, dal 2 al 6 aprile, regalando cinque giorni pieni di stop alle lezioni. 

Il 25 aprile sfuma nel weekend

La Festa della Liberazione cade di sabato: un classico appuntamento che quest’anno, purtroppo, non si tradurrà in alcun vantaggio sul piano delle pause. È uno degli “sprechi” del calendario, che segna la differenza tra un anno generoso di ponti e uno più avaro.

Primo maggio in discesa libera

Ben più favorevole la Festa dei Lavoratori, che nel 2026 cadrà di venerdì. Per studenti e insegnanti sarà un fine settimana lungo a ridosso della chiusura delle scuole. Un ponte che ha sempre il sapore di anticipo d’estate, quando le giornate si allungano e l’anno scolastico sembra già sul rettilineo finale.

E magari, chissà, le scuole più magnanime potrebbero decidere di attaccare anche il giovedì precedente, regalando un ponte corposo.

2 giugno: l’ultimo ponte

La chiusura del calendario delle festività è affidata al 2 giugno, Festa della Repubblica, che cadrà di martedì. Forse l’occasione più ghiotta del calendario, per un potenziale (e probabilissimo) ponte lungo accompagnato dalla chiusura del lunedì. Di fatto, l’ultimo respiro prima della corsa conclusiva verso scrutini ed esami.

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