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decalogo IA

In un contesto in cui l'Intelligenza Artificiale sta ridisegnando gli orizzonti della società, Andreas Schleicher, direttore del dipartimento Education and Skills e consigliere speciale per le politiche educative dell'Ocse, nonché padre dei noti test Pisa, lancia un monito sull'importanza cruciale dell'istruzione anche per interagire con l'IA. 

Intervistato a Napoli in occasione del primo summit internazionale sull’IA - voluto dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e svoltosi dall'8 al 13 ottobre - Schleicher ha avvertito: “Se l’educazione non proteggerà con determinazione le capacità umane, l’intelligenza artificiale rischia di spazzare via le fondamenta stesse delle nostre comunità”. Centrale, in questa dinamica, risulterà il ruolo degli insegnanti, definiti come “gli ingegneri del nostro futuro”. 

Per un approccio migliore, intanto, il consigliere speciale OCSE offre un decalogo per l’uso dell’IA in classe. Una new entry che, a prescindere da tutto, segna un cambiamento radicale nell'approccio all'apprendimento per gli studenti, per i quali “oggi non è più fondamentale conoscere tutte le risposte, ma saper porre le domande giuste”.

Indice

  1. Il rapporto di docenti e studenti con l’IA
  2. L’IA facilita lo studio?
  3. I 10 suggerimenti per l’uso dell’IA
  4. Il rapporto famiglia-scuola

Il rapporto di docenti e studenti con l’IA

L'Intelligenza Artificiale (IA), spiega Schleicher, sta ridefinendo il panorama educativo su due fronti cruciali: "Cambia rapidamente ciò che dobbiamo imparare in un mondo dominato dall’IA, e cambia il modo in cui impariamo grazie all’IA". Il vantaggio più immediato? Una netta "maggiore personalizzazione" dell'apprendimento. 

Ad esempio, questi strumenti possono analizzare lo studente, monitorando "come impari, dove progredisci e dove ti blocchi, cosa ti interessa e cosa ti annoia", per poi offrire un'esperienza "molto più dettagliata, adattiva e interattiva", includendo simulazioni che rendono possibile svolgere in un laboratorio virtuale esperimenti che sarebbero altrimenti "difficili o costosi da realizzare" nel mondo reale. 

Tuttavia, il futuro dell'educazione resta nelle mani dei docenti. L'IA è descritta come "semplicemente un acceleratore straordinario e un amplificatore incredibile" che potenzia sia le buone che le cattive pratiche. Se da un lato può creare un "campo di gioco realmente equo", dall'altro rischia di "potenziare enormemente chi ha le risorse e le competenze giuste, lasciando indietro gli altri". 

Di conseguenza, il ruolo dell'insegnante è in trasformazione: non più "semplici trasmettitori di conoscenze preconfezionate, ma co-creatori di ambienti di apprendimento immersivi, coach, facilitatori e mentori". 

L’IA facilita lo studio?

L'integrazione della tecnologia nelle aule scolastiche, in particolare l'Intelligenza Artificiale, è attualmente sotto la lente d'ingrandimento degli esperti, con i dati Pisa che sollevano dubbi sull'efficacia dell'approccio

"L’intensità tecnologica nelle aule, in realtà, spesso non è associata positivamente ai risultati di apprendimento", spiega Schleicher. Un esempio lampante riguarda l'uso dell'IA per compiti di scrittura: "Portare a termine con successo un compito grazie all’IA non significa necessariamente aver imparato davvero". Sebbene gli studenti ottengano "un prodotto migliore nel breve periodo", le loro competenze di scrittura, valutate in un momento successivo, "sono peggiori rispetto al gruppo di controllo che non ha usato l’IA".

La questione centrale non è la tecnologia in sé: "Un’istruzione intelligente non riguarda la tecnologia in sé, ma una profonda rielaborazione di cosa possano essere insegnamento e apprendimento quando sono potenziati dall’IA".

I 10 suggerimenti per l’uso dell’IA

La presenza dell'IA nei sistemi educativi, nel frattempo, sta mostrando evidenti segnali di un fenomeno in rapida evoluzione, specialmente nei Paesi più sviluppati. La direzione da intraprendere per massimizzare i benefici della tecnologia la spiega Andreas Schleicher con 10 suggerimenti per guidare l'implementazione consapevole di questi strumenti: 

  1. Insegnanti e studenti devono sempre ricordare che svolgere un compito con l’IA non significa necessariamente apprendere davvero

  2. Gli studenti devono acquisire conoscenze e competenze di base senza l’uso dell’IA. Poi, naturalmente, possono usare strumenti di IA per compiti più complessi. Ciò significa anche che gli insegnanti dovrebbero valutare gli studenti sia in contesti “chiusi” (senza IA) sia “aperti” (con IA). 

  3. Gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a usare gli strumenti di IA con uno scopo preciso, all’interno di scenari di apprendimento progettati intenzionalmente dagli insegnanti. 

  4. Insegnando le materie, gli insegnanti dovrebbero valorizzare attività educative che sviluppino intenzionalmente “abilità umane” come il ragionamento, il pensiero critico, la creatività, il giudizio etico e le competenze socio-emotive. 

  5. Quando usano l’IA per sviluppare lezioni e materiali didattici, gli insegnanti devono continuare a esercitare il loro giudizio professionale e sentirsi responsabili della qualità e adeguatezza di ciò che viene insegnato e valutato. 

  6. È importante che gli insegnanti valutino regolarmente gli studenti personalmente, senza delegare completamente questo processo all’IA.

  7. La progettazione degli strumenti di IA per la scuola dovrebbe coinvolgere insegnanti e studenti, in quanto utenti finali. 

  8. I governi devono sviluppare metriche comparabili e raccogliere dati per misurare l’uso e l’impatto degli strumenti di IA. È importante promuovere la ricerca sperimentale e iniziative condivise tra più attori per sviluppare competenze sull’IA. 

  9. I sistemi educativi e le istituzioni devono informare in modo trasparente gli utenti su come gli strumenti di IA proteggono dati e contenuti, e spiegare i criteri con cui prendono decisioni importanti, monitorandone continuamente l’efficacia.

  10. Infine, i sistemi educativi devono promuovere l’aggiornamento professionale continuo degli insegnanti sull’uso dell’IA nell’istruzione.

Il rapporto famiglia-scuola

L'urgenza di riformare l'istruzione in vista del futuro richiede, però, non solo l'evoluzione della scuola, ma anche una "nuova alleanza con le famiglie". Questo per Schleicher è un "punto molto importante", sottolineando che "una buona istruzione è sempre un’impresa che coinvolge l’intera società, in cui i genitori svolgono un ruolo decisivo". 

In un'ottica di cooperazione e sostegno, viene specificato che i genitori "non sono clienti della scuola, ma partecipanti attivi a sostegno di scuole e insegnanti", un approccio da cui si può "imparare molto dai sistemi educativi asiatici". 

Nel frattempo però, è soprattutto la scuola a essere chiamata a preparare le nuove generazioni a un'era dominata dalla tecnologia. Le "scuole di domani", sottolinea Schleicher, dovranno "insegnare agli studenti a pensare con la propria testa e collaborare con empatia", promuovendo un "forte senso del giusto e dello sbagliato, consapevolezza dei limiti individuali e collettivi".

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