melissap
Habilis
2 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Lo Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale lanciato in orbita, segnando l'inizio dell'era spaziale.
  • I satelliti artificiali richiedono una velocità specifica per mantenere l'equilibrio tra forza centrifuga e gravitazionale.
  • Un satellite stazionario, orbitando a 35.900 km sopra l'equatore, appare fermo dalla Terra.
  • Missili pluristadio sono utilizzati per fornire ai satelliti la velocità necessaria per l'orbita.
  • I satelliti hanno ampliato la conoscenza umana dello spazio, facilitando imprese come il volo spaziale e l'atterraggio lunare.

I satelliti artificiali e le imprese spaziali

Lo Sputnik 1, il primo satellite artificiale lanciato in orbita attorno alla Terra, il satellite che diede inizio al'era spaziale. Sono denominati satelliti artificiali gli oggetti che vengono lanciati dall'uomo di un orbita attorno a un corpo celeste, in particolare attorno alla Terra. Per porre un satellite in orbita intorno alla Terra occorre imprimergli una velocità tale che la forza centrifuga che ne deriva risulti in equilibrio con la forza di attrazione gravitazionale della Terra.

La velocità minima necessaria a un satellite per mantenersi in un orbita circolare dipende dal raggio dell'orbita, cioè dall'altezza a cui il satellite deve ruotare. Per esempio, a mille chilometri d'altezza un satellite ha bisogno di una velocità di circa 8 Km/s. Un satellite che ruoti a 35.9000 Km di altezza sopra l'equatore, nella direzione del movimento di rotazione terrestre, a una velocità di 3,1 Km/s, appare dalla Terra come fisso e lo si chiama perciò satellite stazionario; tali sono: Echo, Relay, Telstar. Se si esprimesse a un satellite la velocità di 11,2 Km/s esso abbandonerebbe il campo di gravitazione terrestre e diverrebbe un pianeta artificiale del Sole. Il compito di fornire ai satelliti la velocità necessaria per mantenersi in orbita è affidato di solito a missili pluristadio, cioè suddivisi in più stadi, con razzi disposti in serie e funzionanti in successione: il primo stadio, esaurita la sua carica propulsiva, si stacca automaticamente dagli altri stadi; mentre lo stadio successivo diviene elemento propulsore e così via, fino all'ultimo stadio che colloca in orbita il satellite artificiale o la navicella spaziale. La maggior parte dei satelliti contengono attrezzature elettroniche molto complicate: camere televisive, apparecchi radio-emittenti per trasmettere i dati raccolti, le riprese fotografiche, ecc. I satelliti artificiali per la ricerca scientifica hanno contribuito immensamente ad ampliare le conoscenze umane sullo spazio extraterrestre e hanno così permesso all'uomo di realizzare il volo spaziale. Nel 1961 il russo Juri Gagarin condusse a termine il primo volo umano nello spazio. Negli anni seguenti si succedettero altri 32 voli e le meravigliose imprese spaziali che consentirono all'uomo di raggiungere il suolo lunare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il primo satellite artificiale lanciato in orbita e quale importanza ha avuto?
  2. Lo Sputnik 1 è stato il primo satellite artificiale lanciato in orbita attorno alla Terra, segnando l'inizio dell'era spaziale.

  3. Qual è la velocità minima necessaria per mantenere un satellite in un'orbita circolare attorno alla Terra?
  4. La velocità minima necessaria dipende dal raggio dell'orbita; ad esempio, a mille chilometri d'altezza, un satellite ha bisogno di una velocità di circa 8 Km/s.

  5. Qual è il ruolo dei missili pluristadio nel lancio dei satelliti artificiali?
  6. I missili pluristadio forniscono ai satelliti la velocità necessaria per mantenersi in orbita, con stadi che si staccano successivamente fino a collocare il satellite in orbita.

Domande e risposte