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Estratto del documento

A1. Il testo che hai letto racconta

A. avvenimenti della vita di un personaggio misterioso

B. le traversie della famiglia della protagonista

C. vicende immaginarie ambientate nella città di Mantova

D. episodi del passato vissuti in prima persona da chi scrive

A2. Quali persone della famiglia vivono a Mantova insieme alla

protagonista? Scegli la risposta più completa in base a ciò che dice il

testo.

.

A I nonni, la mamma e due fratelli

.

B I genitori, la nonna e due fratelli

.

C Due fratelli, la mamma e la nonna

D. La nonna, la mamma e un fratellino

A3. Perché nessuno si ricordò del compleanno della protagonista?

A. Perché la famiglia non si curava abbastanza di lei

.

B Perché i suoi famigliari erano presi da altri problemi

C. Perché la mamma non aveva abbastanza denaro per la festa

D. Perché era mancato il tempo per organizzare una festa

A4. Dove viveva la protagonista prima di andare a Mantova?

Scrivilo: …………………………….

ITA6 5

A5. Per quale ragione la protagonista si trova a Mantova?

.

A Mantova è una città bellissima in cui è piacevole abitare

.

B I genitori hanno deciso di separarsi

.

C La famiglia si è rifugiata a Mantova a causa della guerra

.

D Il padre della protagonista si è trasferito lì per ragioni di

lavoro

A6. L’aggettivo “epiche” (riga 8), in riferimento alle cacce al topo,

significa

.

A epocali

B. memorabili

.

C accanite

.

D faticose

A7. Che cosa intende dire la protagonista con le parole «Io a Mantova

scoprii la strada» (riga 14)?

.

A Di aver trovato nuove possibilità d’esperienza che prima le

erano sconosciute

B. Di aver finalmente trovato uno spazio abbastanza ampio per

con gli altri bambini

incontrarsi e giocare

C. Di aver scoperto il modo per evitare di fare i compiti e di

dover ubbidire alla mamma

D. Di aver potuto esplorare in lungo e in largo la strada dove

abitava

ITA6 6

A8. Quali delle seguenti caratteristiche, secondo il testo, aveva Tazio

Nuvolari? Metti una crocetta per ogni riga.

Sì No

a. Era molto anziano

b. Era cortese

c. Sembrava malinconico

d. Era timido

e. Faceva il meccanico

A9. Si può pensare che la protagonista risponda «Eh sì» alle parole di

Nuvolari (righe 32-34) perché

A. non vuole contraddirlo

B. ritiene che Nuvolari abbia ragione

C. spera che Nuvolari punisca il ragazzo dispettoso

D. è molto timida

A10. Alla riga 34 si legge «ben sapendo che non era vero niente». Che cosa

per la protagonista “non era vero”?

.

A Che i pattini a rotelle appartenevano alla protagonista

.

B Che il bambino che aveva gettato il pattino oltre il muro era

proprio cattivo

C. Che per giocare occorrevano tutti e due i pattini

D. Che qualcuno aveva gettato il pattino oltre il muro del

giardino

ITA6 7

A11. Perché la protagonista definisce “magico” (riga 38) l’anno trascorso a

Mantova?

A. Perché le esperienze vissute l’avevano fatta cambiare e

crescere

B. Perché aveva incontrato un uomo celebre come Nuvolari

C. Perché aveva conosciuto un compagno di suo fratello

D. Perché aveva imparato a superare le difficoltà della vita

d’ogni giorno

A12. Perché la protagonista si stupisce di aver dimenticato il nome di

Venturini?

.

A Perché aveva una buona memoria

.

B Perché lo aveva conosciuto proprio prima di partire

C. Perché Venturini era stato l’amico più caro di suo fratello

D. Perché Venturini era stato per lei una persona speciale

A13. Quale frase tra le seguenti non ha lo stesso significato di «Per quanto

scavi nella memoria ...» (riga 44)?

.

A Pur scavando nella memoria

.

B Purché scavi nella memoria

C. Benché scavi nella memoria

.

D Anche se scavo nella memoria

ITA6 8

A14. Perché Venturini è paragonato a un cavaliere antico?

A. Perché correva sulla bicicletta e indossava una mantellina

B. Perché si vestiva con abiti fuori moda

C. Perché era biondo e con gli occhi azzurri

D. Perché aveva un comportamento coraggioso e cortese

A15. I pronomi personali “lo” (riga 49) e “lui” (ripetuto due volte, alle

righe 51 e 52), a chi si riferiscono?

A. Al fratello della protagonista

B. A un compagno di scuola della protagonista

A

C. Venturini

D. Al cavaliere antico

A16. Chi è, probabilmente, la bambina di cui si parla dalla riga 49 alla riga

55 del testo?

A. Un’amica della protagonista che andava a scuola con lei

B. Una bambina di Mantova di cui non si sa il nome

C. La fidanzatina di Venturini che la protagonista invidia

D. La protagonista stessa che rivive quei momenti

ITA6 9

A17. Che cosa significa l’espressione “ingannare l’attesa” (riga 50)?

.

A Far finta che il tempo passi più in fretta

.

B Occupare il tempo in qualche modo

.

C Imbrogliare chi ci aspetta

D. Fare in modo che l’attesa appaia più lunga

A18. Nella frase «L’ebbrezza di quella volata non fu più dimenticata dalla

bambina» (riga 54), che cosa vuol dire “ebbrezza”?

A. Senso di esaltazione

B. Ubriachezza

C. Sensazione di confusione

D. Contentezza

A19. Il testo che hai letto a quale genere appartiene?

.

A Fantastico

.

B Avventuroso

.

C Storico

D. Autobiografico

ITA6 10

Dall’era glaciale, ecco il bue muschiato

Il moskus (bue muschiato) non è né un fiore né un troll, ma un animale. Un

enorme erbivoro, tipico del mondo artico, che a prima vista assomiglia a un

bisonte, ma in realtà è stretto parente di pecore, capre e mufloni.

Mi trovo in Norvegia, circa trecentocinquanta chilometri a nord di Oslo, sulle

pendici di un gruppo montuoso.

5 “Domani ti porto a vedere il moskus”, promette Kjell, nell’ingresso dell’hotel.

Io lo guardo come si guarda chi promette la luna e faccio spallucce. Ma lui

insiste, serio: “Dico davvero: se hai fiato lo vedrai di sicuro, parola di Kjell.

Però ci sarà da camminare un po’.” Quando Kjell – guardaparco norvegese e

montanaro tutto d’un pezzo – dà la sua parola, vuol dire che manterrà la

10 promessa. “Ci vediamo domani: partenza alle sette in punto”.

Il moskus norvegese in italiano si chiama bue muschiato, perché il suo

fittissimo pelo odora di muschio. Secoli fa era diffuso in tutto il Nord del

mondo, ma poi la caccia e il riscaldamento del clima l’hanno relegato in

pochissime regioni, tra le più fredde e isolate del Pianeta.

15 Se il bue muschiato vive così bene al freddo, lo deve al suo lungo pelo scuro,

che è il più efficace termo-isolante mai prodotto dalla natura: basti dire che,

quando i primi cosmonauti sbarcarono sulla Luna, i loro scafandri erano

imbottiti proprio con pelo di moskus. Più del freddo, i moskus temono senz’altro

i lupi, che in America costituiscono i loro primi nemici naturali, tenuti a bada

20 solo dalle robuste corna e dall’aggressività dei maschi capi-branco, facili a

cariche micidiali.

Non è facile incontrare uno di questi scontrosi giganti: gli ultimi branchi

autoctoni vivono in Groenlandia e nel Labrador; altri esemplari, frutto di

ripopolamenti artificiali, si trovano in Siberia, in Alaska e appunto in Norvegia,

25 dove la specie era estinta da tempo.

L’indomani Kjell mi passa a prendere con l’auto e cominciamo a salire.

“Kjell, sicuro che lo vediamo?”. Lui fa cenno di sì, poi precisa: “L’unico

problema sarà non avvicinarlo troppo: a meno di cento metri c’è il pericolo che

carichi”.

30 Poco oltre il passo parcheggiamo l’auto e ci incamminiamo a sinistra: saliamo

per un sentiero, tra radi grovigli di betulle. Mentre cammina, Kjell mi dà qualche

notizia. Dice che un moskus vive circa vent’anni; che le femmine partoriscono

solo un piccolo all’anno, sempre in aprile-maggio; che i combattimenti fra

maschi si svolgono in agosto; che un branco comprende di norma quattordici,

35 quindici esemplari.

“Però qui da noi – precisa – ci sono anche esemplari che vivono isolati. Il

motivo è che qui non ci sono lupi. O meglio: ogni tanto ne arriva qualcuno dalla

Svezia, ma raramente. Perciò i moskus non hanno bisogno di stare in branco per

difendersi e possono allargarsi per avere più cibo a disposizione. Se ci fossero

40 lupi, un moskus da solo, anche se forte, soccomberebbe. In gruppo, invece, i

ITA6 11

maschi si mettono in circolo, con le corna rivolte all’esterno, e il branco diventa

una fortezza inattaccabile”.

Poi Kjell tace di colpo, annusa l’aria e indica una macchia di betulle. “Il

moskus… là”. Guardo nella direzione indicata, ma non c’è nulla: “Dove l’hai

45 visto?”. Risposta: “Non lo vedo, sento l’odore”. Annuso anch’io l’aria: niente da

fare. Poi un cespuglio si muove e dietro i rami ecco una grande massa scura, da

cui spuntano due corna. È proprio lui, il bue muschiato. Me lo aspettavo nero,

invece è di uno strano colore mimetico, perché il suo pelo è tutto impastato di

terra, rametti e foglie secche. Il colosso che ho di fronte viene dall’alba dei

50 tempi, quando tutta l’Europa era un ghiacciaio ed è riuscito a restare vivo e

identico per millenni. Lo guardo ammirato per una decina di minuti mentre

pascola tranquillo.

Improvvisamente Kjell mi fa segno che è ora di levare il disturbo. “Ci ha

visto, è nervoso…” mi dice. In effetti il moskus ha smesso di brucare: ora ha

55

55 alzato il testone da terra e ci scruta con aria incarognita. Ci allontaniamo

lentamente e lo perdiamo di vista. “Kjell – chiedo mentre scendiamo a valle –

ma se qui non ci sono lupi, e quindi il moskus non ha nemici, non temete che

prima o poi questo posto sarà pieno di buoi muschiati?”. Il guardaparco mi

guarda: “In realtà un nemico c’è, anche se non è il lupo: si chiama treno”. Infatti

60 sulla montagna passa una ferrovia che collega Oslo a Trondheim. E il moskus

non la sopporta: così, soprattutto all’epoca degli amori, quando passa il treno c’è

sempre qualche maschio nervoso che lo scambia per un rivale irriverente e

60 quindi lo carica.

Risultato: se si arriva allo scontro diretto, a rimetterci le corna non è mai il

65 treno.

(Tratto e adattato da: Nino Gorio, Dall’Era glaciale, ecco il bue muschiato, “Mondointasca.org”)

ITA6 12

B1. L’aspetto del bue muschiato è simile a quello di

A. un montone

B. un bue

C. un bisonte

D. un muflone

B2. Chi è Kjell?

A. Un esperto di animali estinti

.

B Una guardia forestale

C. Una guida alpina

D. Un cacciatore norvegese

B3. Il pelo di moskus è stato usato per imbottire gli scafandri dei

cosmonauti perché

A. mantiene il calore

B. attutisce gli urti

C. è un buon isolante elettrico

D. è molto fitto

B4. Dove si trova l’autore quando va a vedere il bue muschiato?

A. Nel Labrador

B. In Siberia

C. In Alaska

D. In Norvegia

ITA6 13

B5. Perché oggi, contrariamente al passato, il bue muschiato è un animale

raro?

A. Non si è adattato alla scomparsa dei ghiacciai

B. Le femmine partoriscono solo un piccolo all’anno

C. La sua sopravvivenza è messa in pericolo dai lupi

D. Si è quasi estinto per l’aumento della temperatura e la caccia

B6. Per quale ragione esistono dei buoi muschiati in Norvegia?

A. Hanno continuato a vivere qui fin da tempi antichissimi

B. Anche se erano scomparsi, sono poi stati reintrodotti

dall’uomo

C. Alcuni esemplari di buoi muschiati sono arrivati qui dalla

Siberia

D. In questo paese i buoi muschiati possono vivere isolati oltre

che in branco

B7. Per quale motivo il bue muschiato vive solitamente in branchi?

A. Per potersi difendere dai lupi

B. Per avere più cibo a disposizione

C. Per proteggersi meglio dal freddo

D. Per proteggere le femmine e i piccoli

B8. Perché Kjell si accorge dell’odore del bue muschiato, mentre l’autore

no?

Perché Kjell

A. è abituato a quelle montagne

B. si trova più vicino all’animale

C. ha un buon senso dell’odorato

D. riconosce l’odore dell’animale

ITA6 14

B9. L’espressione «Il colosso ... viene dall’alba dei tempi» (righe 50-51)

significa che il bue muschiato

A. è apparso improvvisamente

B. è venuto da un luogo molto lontano

C. esisteva già in epoca preistorica

D. si può vedere solo all’alba

B10. Nella frase «In effetti il moskus ha smesso di brucare» (riga 55), con

quale altra espressione potresti sostituire “in effetti”?

A. Però

B. Infatti

C. Tuttavia

D. In realtà

B11. Dall’espressione «con aria incarognita» (riga 56) si capisce che il bue

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