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Sintesi
Italiano: l'Ermetismo; Eugenio Montale

Storia: il Fascismo

Geografia: il Corno d'Africa; l'Etiopia

Ed. Artistica: il Futurismo

Musica: la musica contemporanea

Tedesco: Deutschland

Inglese: english in the world

Scienze: le rocce e i minerali

Ed. tecnica: il petrolio

Ed.fisica: l'organizzazione della gioventù fascista
Estratto del documento

camera. Questa secessione venne chiamata secessione

dell’Aventino.

Dell’opposizione facevano parte anche deputati di altri

partiti divisi e in contrasto tra loro non riuscivano ad

organizzare nessuna azione in comune contro il Fascismo. I

dissidenti dell’<<Aventino>> speravano che il Re Vittorio

Emanuele III prendesse posizione per sciogliere il

parlamento ma Vittorio Emanuele III appoggiò il governo.

Nei due anni seguenti tutti i partiti le associazioni sindacali

non Fasciste furono sciolti, fu soppressa la libertà di

stampa, di parola e si associazione. Fu istituito un

<<tribunale speciale>> per giudicare i <<delitti contro lo

stato>>e fu ripristinata la pena di morte. I dirigenti e i

semplici militanti dei partiti antifascisti furono perseguitati

con ogni mezzo, aggrediti e malmenati e di conseguenza

morirono per le percosse subite, altri furono incarcerati

come Alcide De Gasperi e Antonio Gramsci, molti altri

invece andarono in esilio dove continuarono la lotta

antifascista.

Mussolini sostituì le istituzioni del governo con le nuove

istituzioni Fasciste. Fu modificato il Statuto: il capo del

governo non doveva essere responsabile dei suoi atti di

fronte al Parlamento ma soltanto davanti al re. Soltanto il re

poteva costringerlo alle dimissioni. Il capo del governo si

doveva consultare con il Grande

Consiglio del Fascismo, composto

dai maggiori esponenti del partito. Fu

istituita la Milizia volontaria per la

sicurezza nazionale. Della Milizia

facevano parte le squadre d’azione e

le camicie nere. 6 Milizia volontaria per la

sicurezza nazionale

Con il governo Fascista, fu soppressa la libertà di stampa e

fu istituita un’agenzia di stampa controllata dal partito, che

sceglieva le informazioni e le notizie sgradevoli per il regine

erano taciute.

Da molti Italiani il Fascismo era un male che era necessario

accettare. La mancanza di libertà era un prezzo giusto da

pagare per avete un’Italia ordinata. Un’intensa

propaganda, esaltò il Fascismo, il Duce e l’ordine da loro

instaurato.

Il Fascismo aveva avuto l’appoggio delle più alte istituzioni

e dello stato e delle potenti forze economiche. Mussolini

ben presto comprese che per rendere durevole il suo

regime, avrebbe dovuto ottenere il consenso, cioè

l’approvazione non di tutta ma di una buona parte della

popolazione. Occorreva che la popolazione avesse

un’assoluta fiducia in lui: egli doveva mostrare

pubblicamente di possedere le qualità dell’Italiano nuovo,

dell’Uomo Fascista. Molti simboli del Fascismo come il

Fascio Littorio, il saluto a braccio teso e il passo militare a

gamba tesa e alza, furono presi dalle tradizioni romane.

In occasioni di discorsi del Duce

venivano organizzati viaggi di massa

a Roma per vedere il Duce di persona

affacciato dal balcone o per ascoltare

la voce trasmessa dagli altoparlanti

nelle piazze.

I giovani , fino dai banchi di scuola

elementare vennero inquadrati in Duce affacciato dal Palazzo

Venezia

associazioni di tipo militare: Figli della

Lupa, Balilla e Avanguardisti. 7

Nel 1923 il ministro della Pubblica Istruzione Giovanni

Gentile varò una riforma dell’intero sistema scolastico.

L’obbiettivo della Riforma Gentile fu di porre sotto tutto il

controllo culturale dello stato tutte le scuole del paese e di

stabilire una gerarchia di importanza fra i diversi corsi di

studio.

Il ginnasio liceo era considerato la scuola per i futuri classi

dirigenti e dava accesso all’Università. Ad essa si

contrapponevano le scuole per gli studenti della piccola

borghesia: il liceo scientifico, gli istituti magistrali e tecnici.

La scuola era obbligatoria fino alla quinta elementare. Chi

non poteva seguire un corso di studi superiore poteva

frequentare per tre anni la scuola di avviamento

professionale.

L’insegnamento venne fascistizzato nella scuola

elementare ci fu l’adozione del libro di testo unico.

Dal 1932 tutti i dipendenti pubblici dai maestri elementari

ai professori universitari, furono obbligati a iscriversi al

partito e giurare fedeltà al regime. Chi rifiutava portava

grave danno alla loro carriera e rischi per la loro stessa

persona.

La politica agraria del regime fascista fu contrassegnata da

due iniziative propagandistico che

Mussolini chiamò con il linguaggio

militare << campagne>> e

<<battaglie>>: la <<battaglia del

grano>> e la campagna per la <<

bonifica integrale.

L’obbiettivo proclamato della <<battaglia

del grano>> era la conquista

8

dell’autosufficienza alimentare, mediante l’ampliamento

delle superfici coltivate a frumento: l’Italia non doveva più

importare grano dagli Stati uniti e dall’Argentina.

La produzione di frumento aumentò

perché furono messi a coltura terreni

sterili e abbandonati. Furono

migliorate le tecniche della

coltivazione.

Molte terre furono <<bonificate>>,

cioè prosciugate dalle paludi, che

oltre ad essere sterili ospitavano un

tipo di zanzara portatrice della

malaria.

A sud di Roma si estendevano le paludi pontine, qui si

trasferirono migliaia di braccianti disoccupati e senza terra.

Sorsero nuove città, come Aprilia, Sabaudia e Littoria.

Mussolini esaltò come un grande successo della politica

estera fascista l’aver posto fine alla questione romana, che

contrapponeva lo stato italiano e la Chiesa fin dalla

conquista di Roma del 1870.

L’11 febbraio 1929, nel palazzo del Laterano a Roma,

furono firmati tre trattati, detti Patti Lateranensi.

Con essi il pontefice

riconosceva Roma

come capitale d’Italia e

in cambio l’Italia

cedeva alla Chiesa un

9

piccolo territorio intorno alla Basilica di San Pietro: la Città

del Vaticano.

Una parte del Patti Lateranensi fu il cosi detto Concordato,

un insieme di norme che regolano i rapporti fra lo stato

italiano e la Città del Vaticano.

Con i Patti Lateranensi il potere civile e quello religioso

furono associati. Lo stato italiano riconobbe che la religione

cattolica apostolica romana era la sola religione dello stato

e nelle scuole venne introdotta l’insegnamento della

dottrina cattolica.

Le colonie italiane- l’Eritrea, la Somalia e la Libia - quando il

Fascismo prese potere, erano povere di risolse.

Gli italiani dopo il disastro di Adua, erano decisivamente

contrari a nuove avventure africane. Chi cerva lavoro non

andava in Eritrea o in Somalia ma nelle Americhe.

Con un’intensa propaganda, il regime si impegnò a

convincere l’opinione pubblica che era necessario creare un

impero coloniale, per assicurarsi lo sviluppo economico del

paese e risolvere tutti i problemi della povertà e della

disoccupazione.

Un vero impero coloniale poteva essere l’Etiopia, un paese

africano esteso quattro volte

l’Italia, ricco di terre che potevano

essere fertili, se modernamente

coltivate, e di prodotti del

sottosuolo ancora non scoperte.

Ma l’Etiopia era uno stato

indipendente e membro della

Società delle Nazioni: Mussolini

10

sapeva che aggredire quello stato significare sfidare tutto il

mondo. Nell’ottobre 1935 l’Italia dichiarò guerra all’Etiopia.

Dopo una campagna militare durata sette mesi, il generale

Pietro Badoglio, entrò nella capitale etiopica, Addis Abeba,

da cui fu cacciato l’imperatore Hayla Sellase (Hailé

Selassié). Il 9 maggio 1936 Mussolini poté annunciare

all’Italia e al mondo che l’impero era riapparso sui colli

fatali di Roma e Vittorio Emanuele III assunse il titolo di

Imperatore d’Etiopia.

La Società delle Nazioni condannò l’aggressione e impose

sanzioni economiche, vietando agli stati membri di

commerciare con l’Italia. Ma dell’organizzazione

internazionale non facevano parte gli Stati Uniti, la

Germania, il Giappone e la Russia. Le conseguenze pratiche

della sanzioni furono due. Fu intensificata la produzione

agricola e industriale per raggiungere l’autarchia, cioè

l’autosufficienza in campo economico.

Furono stretti legami con la Germania che prese il posto

dell’Inghilterra nel fornire al nostro paese materie prime

indispensabili. Questi legami rafforzarono una tendenza

antiebraica già presente nel movimento fascista e nel 1938

Mussolini elaborò dei provvedimenti persecutori contro gli

ebrei. Corno d’Africa

11

Il Corno d’Africa, o Africa Orientale, è una penisola dalla

forma triangolare bagnata dal Mar Rosso e dall’Oceano

Indiano. Comprende Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia.

L’Africa orientale è colpita dalla siccità.

Tutti gli stati sono stati colonie, per lungo tempo anche

italiane: Eritrea dal 1890; la Somalia dal 1905 e l’Etiopia

dal 1936. Dalla conquista dell’indipendenza alla fine della

Seconda guerra mondiale, la regione è tormentata da

guerre fra stati e da guerre civili per motivi territoriali ed

etnici, con migliaia di vittime e l’aggravarsi delle già

difficilissime condizioni di vita della popolazione: l’estrema

povertà trova le sue radici anche alla politica di spoliazione

subita durante il colonialismo. La speranza di vita è molto

bassa e così il livello di analfabetismo.

12

L’Etiopia

L’Etiopia confina a nord con l’Eritrea, a est con Gibuti, a

sud-est con la Somalia, a sud con il Kenya, a ovest con il

Sudan. Non ha sbocchi al mare dopo l’indipendenza

dell’Eritrea. È uno degli stati più estesi dell’Africa.

Il territorio è dominato da un vasto altopiano che è diviso in

due parti dalla Rift Valley: si chiama Acrocoro Etiopico nella

parte nord-occidentale e Altopiano Somalo nella parte sud-

orientale. Le vette più elevate sono nella parte

settentrionale. Il fiume principale è il Nilo Azzurro che nasce

dal Lago Tana.

Il clima varia a seconda dell’altitudine: fino a 1500 m sugli

altipiani, è caldo e secco, sopra gli 2000 m è temperato.

Repubblica federale, è divisa in 9 stati, ha come capitale

Addis Abeba. In un quadro etnico composito, gli Abissini

che sono il gruppo prevalente: parlano l’amarico, lingua

ufficiale. La religione più diffusa è la cristiana copta,seguita

dalla musulmana.

L’agricoltura e la pastorizia, attività prevalenti, risentono

delle condizioni ambientali. Sugli altipiani si coltivano i

cereali, mais, sorgo e caffè. Il prezzo del caffè sui mercati

internazionali dominati dalle multinazionali è crollato negli

ultimi anni con conseguenze disastrose per i prodotti

agricoli locali. Le risolse del sottosuolo sono poco sfruttate,

l’industria è limitata dai settori alimentare e tessile. Colonia

italiana dal 1936 al 1941, è uno dei paesi più poveri del

mondo. Sulle pesantissime condizioni economiche

influiscono l’influenza del regime, le rivendicazioni delle

comunità locali e le conseguenze del lungo conflitto con

l’Eritrea per la delimitazione dei confini.

13

L’Ermetismo

Verso la fine degli anni ’20 si affermò in Italia una

corrente letteraria che rivoluzionò il campo della poesia.

L’aggettivo “Ermetico” (da cui deriva Ermetismo)

significa chiuso, enigmatica, incomprensibile.

Il termine Ermetismo venne usato per la prima volta dal

critico letterario Francesco Flora, per indicare quel tipo

di poesia caratterizzato da un linguaggio difficile e a

volte misterioso.

Gli Ermetici si sforzarono di “svecchiare” la poesia del

tempo, influenzato dal Dannunzianesimo, che spesso si

riduceva a un vuoto giro di parole inutili. Rifacendosi

all’esempio del “Simbolismo” francese essi scelsero la

via espressiva della poesia “pura”. Rifiutarono i versi

tradizionali con strofe, rime e ritmi classici, preferendo

una poesia libera ed essenziale, scarna ma densa di

pensiero e di significato anche nascosto che il lettore

doveva ricavare dalle poche parole dei loro versi, assai

ricchi di immagini allusivi.

La poesia si presenta “libera” (in molte poesie fu abolita

la punteggiatura), pronta ad esprimere la complessità,

il senso di vuoto, la solitudine dell’uomo

contemporaneo, il suo male di vivere.

I poeti Ermetici infatti nei loro versi non descrivono non

spiegano, non raccontano fatti o vicende, ma attraverso

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la parola offrono al lettore un frammento scarno ed

essenziale di una realtà sulla quale è necessario

soffermarsi a riflettere.

Il più rappresentativo dei poeti Ermetici in Italia fu

Giuseppe Ungaretti ma anche Salvatore Quasimodo ed

Eugenio Montale, condivisero queste esperienze di stili

nei primi anni della produzione.

Eugenio Montale

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