Giuliaf92
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Concetti Chiave

  • Wertheimer distingue tra soluzioni di tipo A, basate su creatività e intuizione, e soluzioni di tipo B, che applicano erroneamente nozioni note.
  • L'esperimento del parallelogramma dimostra l'efficacia dell'apprendimento cognitivo, che supera quello applicativo quando gli studenti ristrutturano personalmente il compito.
  • Alcuni studenti applicavano meccanicamente formule note al problema del parallelogramma, mentre pochi giungevano a soluzioni originali di tipo A.
  • Una studentessa ha trasformato un parallelogramma in un rettangolo, dimostrando una comprensione originale del problema attraverso l'intuito.
  • È essenziale comprendere il problema nella sua interezza e riconoscere il motivo per cui un metodo porta a un risultato specifico.

Indice

  1. Strategie di risoluzione dei problemi
  2. Esperimento del parallelogramma
  3. Soluzioni di tipo A e B
  4. Capacità di ristrutturazione originale

Strategie di risoluzione dei problemi

Wertheimer individua due strategie per la risoluzione dei problemi: quelle che conducono a soluzioni di tipo A, in cui prevalgono la creatività e l’intuizione, e quelle che conducono a soluzioni di tipo B, nelle quali vengono applicate in modo erroneo nozioni già note. È importante sottolineare che entrambi i tipi di strategie si fondano su esperienze precedenti ma solo le soluzioni di tipo A sono effettivamente caratterizzate da un’originalità organizzativo strutturale.

Esperimento del parallelogramma

L’esperimento del parallelogramma fu condotto con bambini della scuola elementare e costituisce una delle dimostrazioni degli straordinari risultati conseguibili tramite l’apprendimento cognitivo - e certamente non ottenibili attraverso quello di tipo applicativo -, a patto, però, che l’alunno sia effettivamente messo in grado, da parte dell’insegnante, di ristrutturare in maniera personale il compito scolastico. Sullo sfondo, la tesi di base della Gestalt: “Il tutto è ben più della somma delle sue parti”. Wertheimer iniziava l’esperimento spiegando come si ricava l’area di un rettangolo e per dimostrarlo divideva la figura in tanti quadratini; quindi mostrava come l’area fosse il prodotto del numero dei quadratini di una fila per il numero delle file che componevano il rettangolo.

Soluzioni di tipo A e B

Successivamente, veniva presentato un parallelogramma di carta e veniva chiesto agli alunni di trovarne l’area. Alcuni di loro esigevano delle spiegazioni riguardo la risoluzione del compito, sostenendo che si trattava di un problema nuovo che non erano in grado di risolvere autonomamente. Altri applicavano meccanicamente al secondo problema la formula già utilizzata per risolvere il primo, adoperando una strategia che conduceva a una classica soluzione di tipo B. Solo alcuni, infine, giunsero ad autentiche soluzioni di tipo A. Una bambina, in particolare, chieste delle forbici, tagliò i due lati obliqui del parallelogramma che creavano, all’estremità sinistra e all’estremità destra, due parti sporgenti dalla figura; dopodiché prese una delle due estremità e la spostò dall’altra parte della figura facendola combaciare con il lato opposto, ottenendo così l’effetto di trasformare il parallelogramma in un rettangolo.

Capacità di ristrutturazione originale

La bambina aveva dimostrato un’autentica capacità di cogliere la situazione nella sua interezza, risolvendo il problema con una soluzione non solo corretta ma soprattutto originale, che le aveva permesso di trasformare il nuovo problema in un problema a lei familiare e di cui conosceva la soluzione. Tale soluzione dipendeva certamente in buona parte dalle esperienze precedenti, ma era soprattutto il risultato di una ristrutturazione originale di quelle

esperienze operata grazie all’intervento dell’intuito. Era pervenuta a una soluzione di tipo A trasformando il parallelogramma in una forma (Gestalt) migliore, cioè quella di un rettangolo. Anche in presenza di una soluzione corretta, tuttavia, è importante riuscire a capire se tale soluzione è il risultato di una effettiva comprensione del problema. Sia il procedimento logico induttivo sia quello deduttivo, infatti, possono essere applicati meccanicamente, senza ragionare. Il metodo induttivo, peraltro, è sostanzialmente un procedimento per prove ed errori. La capacità – indispensabile - di percepire il problema come un tutto organico deve dunque andare di pari passo con la capacità di percepire i motivi per i quali un dato metodo ha condotto a un determinato risultato.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le due strategie di risoluzione dei problemi identificate da Wertheimer?
  2. Wertheimer identifica le strategie di tipo A, caratterizzate da creatività e intuizione, e le strategie di tipo B, che applicano erroneamente nozioni già note.

  3. In cosa consiste l'esperimento del parallelogramma condotto da Wertheimer?
  4. L'esperimento coinvolgeva bambini delle scuole elementari a cui veniva chiesto di trovare l'area di un parallelogramma, dopo aver appreso come calcolare l'area di un rettangolo.

  5. Come ha risolto il problema del parallelogramma la bambina menzionata nel testo?
  6. La bambina ha tagliato i lati obliqui del parallelogramma e li ha ricomposti per trasformarlo in un rettangolo, dimostrando una soluzione originale di tipo A.

  7. Qual è l'importanza della comprensione effettiva del problema secondo il testo?
  8. È importante capire se la soluzione è il risultato di una comprensione effettiva del problema, poiché i procedimenti logici possono essere applicati meccanicamente senza ragionare.

  9. Qual è la tesi di base della Gestalt menzionata nel contesto dell'esperimento?
  10. La tesi di base della Gestalt è che "Il tutto è ben più della somma delle sue parti", sottolineando l'importanza di percepire il problema come un tutto organico.

Domande e risposte