
Nel 2026 il cinema italiano proverà a dare l'assalto agli Oscar puntando su"Familia". Il film di Francesco Costabile, reduce dai pareri molto positivi riscossi in occasione della Mostra del cinema di Venezia 2024, è stato infatti scelto per rappresentare l’Italia nella categoria Miglior film internazionale.
La concorrenza è tosta: 24 titoli in gara e solo 15 che entreranno nella shortlist del 16 dicembre 2025, quella che verrà valutata dall'Academy di Hollywood. Ma sognare non costa nulla.
Per capire se ci saremo davvero anche noi, però, bisognerà attendere il 22 gennaio 2026, quando saranno decretate le nomination ufficiali. Mentre l'eventuale sfida finale andrà in scena a Los Angeles, il 15 marzo 2026, durante la Notte degli Oscar.
Una storia vera dietro la camera
Intanto vale la pena parlare di questo film, a prescindere dai premi. Perché tratta un tema forte, come quello della violenza domestica. E quello che viene raccontato è tutto vero. Ed è forse l'aspetto che ha spianato la strada alla sua candidatura da parte dell'Italia.
"Familia", infatti, non nasce dal nulla. Si ispira alla storia di Luigi Celeste, che a 23 anni ha sparato al padre dopo anni di abusi su lui, la madre e il fratello.
Da quel trauma è nato il libro "Non sarà sempre così" - scritto dallo stesso Luigi - e da quelle pagine Costabile ha dato la vita a una pellicola "da Oscar".
L'obiettivo della pellicola è chiaro: raccontare la violenza, soprattutto quella psicologica, e mostrarne le ferite profonde, che possono segnare una vita per sempre.
Trama: ombre, rabbia e appartenenza
Il protagonista del film è proprio Luigi (interpretato da Francesco Gheghi, premiato a Venezia 2024). Che vive con sua madre Licia (Barbara Ronchi) e con il fratello Alessandro. Il padre Franco (Francesco Di Leva) è sparito da quasi dieci anni. Quando ricompare, porta con sé solo tossicità e paura.
Intanto Luigi cerca un posto nel mondo e si avvicina a un gruppo di estrema destra. Ma l’ombra del padre lo attira e lo spaventa allo stesso tempo. Il resto è cronaca.
Un lavoro sul campo, ascoltando la realtà
Per arrivare a questo film, però, Costabile non si è fermato al caso Celeste. Ha girato l’Italia parlando con centri antiviolenza e ascoltando storie reali. Un percorso che ha trasformato una storia personale in un film che punta dritto al cuore… e agli Oscar.