
Una piattaforma sopraelevata illumina il cantante durante l’esibizione.
Capelli biondi, senza maglietta, il corpo glabro e nessuno di tutti quei tatuaggi che lo hanno sempre caratterizzato. È così che Fedez canta, per la prima volta su un palco, “Colpo di Stato”.
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Crisi di Stato, la nuova canzone di Fedez
Poco prima dell’esibizione in cui ha cantato Crisi di Stato, Fedez si era già lasciato sfuggire qualcosa in diretta dal suo profilo Instagram: “Ho deciso di mettermi a nudo, l'esibizione sarà molto forte, sarò un po' nudino”. E così è stato. Il cantante si presenta senza maglietta e senza tatuaggi. In risalto, la cicatrice all’altezza dell’addome.Un testo molto intimo, quello di Crisi di Stato, attraversato da due forze contrapposte in continua tensione. Da una parte la fragilità e la disillusione, che emergono subito dai versi iniziali, tra cui “Le rose che ci siamo dati in aprile / Nelle discariche come le lattine”. Dall’altra parte un romanticismo prorompente e grandioso che, durante il ritornello, trasforma la canzone in un vero e proprio inno dedicato all’amore e, ancora di più, al suo potere salvifico.
Un realismo malinconico e innamorato, dunque. Un senso di precarietà che rende la vita insieme ancora più unica, nel bene e nel male: “E tu per me sei la crisi di stato, l’amore rubato in un vicolo / Sei una rissa in cortile, un finale mega malinconico” e “Tanto lo sai che non siamo come Marcello e la Loren e non ci sarà un altro film insieme / Togli il proiettile a un soffio dal cuore giochiamo al dottore chе ci fa bene”. Sembra quasi che Fedez, con questo brano dalla ritmica incalzante, voglia uscire dai panni del personaggio per vestire quelli più sinceri e autentici della persona, andando alla ricerca delle cose essenziali.
Via i tatuaggi allora, non servono. Più importante è quello che c’è sotto. Una specie di ritorno alle origini, senza però rinunciare alle tappe significative del presente, anche se dolorose. La cicatrice sull'addome, in rima con il testo, è una porta per accedere a un altro tipo di nudità, non solo esteriore.
Testo di Crisi di Stato
Ma che stupido, figlio unicoMi capisci mi sa solo tu
Vado in panico, quasi subito
Menomale che non fumo più
Le rose che ci siamo dati in aprile
Nelle discariche come le lattine
Mi chiedi: “Come stai?”, “Cosa ti fai?”
Devo parlarti sai forse ho capito che sei
Tutto l’amore che non ho
Io sono tutti i casini che non hai
E tu per me sei la crisi di stato, l’amore rubato in un vicolo
Sei una rissa in cortile, un finale mega malinconico
Tanto lo sai che non siamo come Marcello e la Loren
E non ci sarà un altro film insieme
Togli il proiettile a un soffio dal cuore
Giochiamo al dottore chе ci fa bene
Tutto l’amore chе non ho
Tutti i casini che non hai
E quante crisi mi fai
Crisi di stato d’animo, felice e apatico
Mi sveglio fradicio nel foro italico
Nessuno è in barca quando affonda
I nazi con la fionda
I maschi con la gonna
Non mi fido di una bionda
Tutti nudi in piazza ma non per sentire i brividi
Mi piace se ti liberi
Mi chiedi: “Come stai?”, “Con chi ce l’hai?”
Devo parlarti sai per dirti che
Sei la crisi di stato, l’amore rubato in un vicolo
Sei una rissa in cortile, un finale mega malinconico
Tanto lo sai che non siamo come Marcello e la Loren
E non ci sarà un altro film insieme
Togli il proiettile a un soffio dal cuore
Giochiamo al dottore che ci fa bene
Tutto l’amore che non ho
Tutti i casini che non hai
E quante crisi mi fai
Mi fai, mi fai, mi fai
Mi fai la vita diversa
Quando mi sveglio con te
Mi fai, mi fai, mi fai
Sei la crisi di stato, l’amore rubato in un vicolo
Sei una rissa in cortile, un finale mega malinconico
Tanto lo sai che non siamo come Marcello e la Loren
E non ci sarà un altro film insieme
Togli il proiettile a un soffio dal cuore
Giochiamo al dottore che ci fa bene
Tutto l’amore che non ho
Tutti i casini che non hai
E quante crisi mi fai
Mi fai, mi fai, mi fai
Mi fai, mi fai, mi fai
Mi fai, mi fai, mi fai
Mi fai, mi fai, mi fai