
Classe '94, il giovane rapper – romano di adozione – ha pubbicato il primo album nel 2012, a soli 18 anni, e da lì non si è più fermato. A giugno 2023 è uscito il suo ultimo lavoro, dal titolo 'Habitat': tredici tracce in cui Nayt si immerge nel proprio 'io' per trovare quelle risposte impossibili da trovare al di fuori di se stessi. Scopriamo qualcosa in più su uno dei fenomeni musicali degli ultimi anni!
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Chi è William Mezzanotte, in arte Nayt
Un'infanzia non facilissima, quella di Nayt, nato in Molise ma cresciuto a Roma. ”Mio padre mi aveva disconosciuto. La figura maschile mi è mancata, sono diventato padre di me stesso” aveva raccontato in un'intervista rilasciata a 'VanityFair'. Con tutte le conseguenze che derivano dal vivere senza il supporto di un secondo genitore: la mancanza di liquidità, il crescere con il solo sostegno della madre: ”Quando ero piccolo non rispondevamo al citofono per paura di lasciare casa o che fosse qualcuno che voleva soldi” ha aggiunto il rapper.Ma il passato è passato. E il giovane rapper è riuscito a lasciarsi tutto alle spalle, trascinato dalla sua sconfinata passione per il mondo della musica. Da 'Nayt One', primo album del 2012, l'artista ha sfornato un successo dietro l'altro. Nel 2015 segue 'Un bacio' secondo album in studio confezionato in studio. Appena un anno dopo esce il terzo album, vale a dire 'Raptus 2', a cui seguirà anche 'Raptus 3'. Nel 2020 è stata poi la volta del quarto album, dal titolo 'Mood'.
Non ci è invece dato sapere in cosa si è diplomato il rapper romano ma, riguardo l'attuale sistema scolastico, Nayt si è fatto la sua personale opinione: ”In generale c’è un intontimento e un’anestesia generale parecchio presente. In 'C**zi miei' parlo anche del ministero dell’Istruzione e del Merito, dove c’è una visione antiquata” ha rivelato l'artista in un'intervista a 'La Stampa' aggiungendo: ”Mi rendo conto che i governi non stanno al passo con i tempi, non riescono a capire la tecnologia e come i giovani stanno dentro alla tecnologia. Quando il ministro dell’Istruzione e del Merito si concentra più sull’autorità dei professori che va riacquistata facendo fare agli studenti lavori sociali o parla di umiliazione come strumento di crescita, mi girano un po’ e penso che sia un sistema demoralizzante per i giovani”.