
Carola, dopo la partecipazione al talent show 'Amici', attualmente fa parte del Balletto di Roma.
Nonostante il successo, Carola è però rimasta una ragazza con i piedi per terra, con i suoi valori, le sue insicurezze, la sua umanità, le sue passioni.
Un viaggio attraverso il mondo della danza
L'intervista, disponibile su YouTube e su Spotify nel BerAlive è stata delicata e sincera, permettendo a Carola di mettere a nudo le sue insicurezze senza timore, anzi, amandole. Ha parlato del suo profondo legame di gratitudine con i suoi fan, della necessità di preservare la sua vita privata, dell'amore per Roma con il suo frastuono, le storie che si sviluppano per le strade e i piaceri culinari che ha da offrire. Ha anche condiviso i suoi ricordi legati a Parigi e Toronto, città in cui ha vissuto e che le hanno lasciato un'impronta significativa.È stato un viaggio attraverso il mondo della danza, partendo dal suo esordio ad 'Amici' fino al suo primo debutto con il Balletto di Roma al Teatro Rossini di Civitanova Marche, con lo spettacolo “Premier” di Andrea Costanzo Martini. In questa esperienza, Carola ha potuto sperimentare un nuovo approccio alla danza, aprendo nuove strade creative.
Carola Puddu: “Ogni personaggio ha un’energia fisica diversa, ma il dramma deve rimanere sul palco”
Alla domanda “C'è qualcosa che ogni spettacolo ti lascia?”, Carola risponde: “Ogni personaggio è fondamentale per la produzione per la drammaturgia e la costruzione dell'insieme. Per questo io cerco sempre di fare il massimo per identificarmi con il mio personaggio, anche se non sempre ci si riesce al 100%, perché ogni ruolo, ogni personaggio ha un'energia fisica diversa. E comunque una volta finito lo spettacolo il dramma deve rimanere sul palco”. Per quanto riguarda invece i suoi progetti futuri: “Sarò impegnata con ‘Il Lago dei Cigni, ovvero il canto’, di Fabrizio Monteverde, che ha riscritto la versione originale di Čajkovskij, di cui rimangono solo i quattro protagonisti principali”.Si tratta di una storia di memorie, ricordi, nostalgia e disillusione. I ballerini, stanchi di un’immaginaria compagnia decaduta, si aggrapperanno ad un ultimo “Lago”, in bilico tra il ricordo di un’arte travolgente e il tentativo di rimandarne il finale. “In questo spettacolo c'è la sofferenza di voler ballare ma di non potere”, spiega Carola Puddu. “Ci sono persone che sacrificano la loro vita, i loro rapporti personali, la famiglia per la danza. E se hai dedicato tutta la tua vita al ballo, quando non puoi cosa ti rimane? L'incantesimo che i danzatori cercano è dunque quello di una nuova giovinezza”.
L’appuntamento con Carola Puddu e il Balletto di Roma sarà al Teatro Olimpico, dal 17 al 22 ottobre.