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Sanremo 2024, l'Accademia della Crusca dà i voti alle canzoniAlla vigilia del Festival di Sanremo 2024, la cui prima serata è prevista per domani, 6 febbraio, non potevano mancare le pagelle dell’Accademia della Crusca: i voti vertono naturalmente sulla scrittura, e quindi sui testi delle canzoni, resi pubblici ormai da una settimana.

Instagram Angelina Mango

“Non c'è dubbio che la quinquennale ‘cura Amadeus’, con largo spazio a stili musicali e a protagonisti più giovani, abbia dato i suoi effetti anche sul linguaggio delle canzoni, oggi sempre più medio e vicino al parlato quotidiano”. Le parole sono quelle di Lorenzo Coveri, professore ordinario di Linguistica Italiana all’Università di Genova, membro dell’Accademia della Crusca, nonché uno dei massimi esperti della lingua della canzone italiana, come riportato da ‘Adnkronos’.

Accademia della Crusca: i voti alle canzoni di Sanremo 2024

Il professor Coveri non si è limitato soltanto a commentare i testi, individuando tendenze, innovazioni e conferme, ma ha anche fornito un vero e proprio voto numerico a ogni canzone in gara, da 1 a 10, come a scuola.

Tra i voti più alti, spiccano i testi di Angelina Mango e dei Negramaro, che sono riusciti a portare a casa un sonante 9, a un passo dalla cifra tonda. Poco al di sotto, promossi anche i testi di Dargen D'Amico, Diodato, Fiorella Mannoia, Gazzelle e Ghali, che hanno ottenuto un comunque dignitosissimo 8. Dall’altra parte della barricata, tra le votazioni più basse troviamo invece i testi de Il Tre, Il Volo e Fred De Palma, i quali purtroppo si sono beccati un’insufficienza grave, ovvero un 4. Poco meglio, con il 5, Clara, Alessandra Amoroso e Maninni. I testi bocciati, precisa il prof, “sono quelli che mi hanno detto poco o niente dal punto di vista della originalità linguistica”. La pagella completa è consultabile sulla pagina Instagram dell’Accademia della Crusca.

Parole più usate e innovazione

Passando ai commenti discorsivi, il prof fa notare come su 30 canzoni in gara a Sanremo 2024 la parola più usata, come sempre, è ‘amore’, in testa con ben 13 occorrenze. A seguire abbiamo ‘vita’ (8 occorrenze), ‘cuore’ e ‘mondo’ (7 occorrenze), ‘giorno’ e ‘notte’ (4 occorrenze). Esclusa dal computo, naturalmente, la ripetizione piuttosto ossessiva di ‘boom’ nel brano che porta la firma di Rose Villain, altrimenti i dati apparirebbero del tutto falsati.

Altro aspetto sottolineato dal professor Coveri, intervistato da ‘Adnkronos’, è quello delle novità linguistiche, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più strutturali dei testi. Tra questi, per esempio, la cosiddetta “dislocazione” (ovvero l’alterazione dell’ordine sintattico delle parole) e del “che polivalente” (l’uso del ‘che’ come connettivo sintattico generico), “anche se persistono forme della tradizionale grammatica canzonettistica (per esempio monosillabi e parole tronche in rima, inversioni lessicali, eccetera)”, afferma il docente.

Poche invece le innovazioni lessicali apportate da questa 74esima edizione del Festival, ma a distinguersi da questo punto di vista è il testo della canzone di Mahmood, Tuta Gold (la parola ‘tuta’ era stata usata finora una sola volta dagli Almamegretta, nel 2013), che contiene un gran numero di lemmi appartenenti al gergo giovanile, oltre ad alcune parole di registro “basso” (le parolacce, per intenderci) e moltissimi anglicismi.

Professor Coveri su Geolier: “Significativo che un giovane metta un elemento storico come il dialetto a confronto con le forme più nuove di espressione artistica”

Per quanto riguarda la volontà di provocare, spiega ancora l’accademico, “la possiamo trovare soprattutto nei gruppi che si richiamano al punk, come i goliardici toscani Bnkr44 (“mi pettino con una calibro 9”) o gli emo punk de La Sad (“un angelo sui tacchi col diavolo negli occhi”). Ma non si sa quanto queste ‘provocazioni’ siano sincere o fatte per lo show. E i ‘disfemismi’ che si trovano un po' in tutti i testi (ossia le 'parolacce') come ‘casino’, ‘fanculo’ eccetera sono ormai detabuizzate, perché parte del parlato di tutti i giorni”.

E poi il professor Coveri entra anche nel merito della recente polemica contro il testo del rapper napoletano Geolier, prendendo le parti di quest'ultimo: “Vorrei segnalare il rap in dialetto di Emanuele Palumbo alias Geolier: è significativo che un giovane metta un elemento storico come il dialetto a confronto con le forme più nuove di espressione artistica.

Data pubblicazione 5 Febbraio 2024, Ore 12:10 Data aggiornamento 5 Febbraio 2024, Ore 12:16
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