L’intelligenza artificiale è ormai una realtà consolidata, e con strumenti come ChatGPT, anche le situazioni più fastidiose della vita quotidiana possono prendere una piega inaspettata.
In questo caso, parliamo di una studentessa britannica che ha usato l’AI per contestare una multa presa per divieto di sosta, vincendo il ricorso presentato al consiglio comunale. Ecco come è andata.
La multa è ingiusta, interviene l'AI
Millie Houlton, studentessa della York St John University, si è trovata in una situazione comune a molti guidatori: una multa di 60 sterline per aver parcheggiato in una zona vietata.
Il fatto è che, a causa dei lavori di rifacimento del manto stradale, la ragazza aveva dovuto parcheggiare in una zona lontana dal solito parcheggio, per cui era provvista di regolare permesso. Seguendo le indicazioni di un vigile urbano, ha parcheggiato in un’area differente, ritrovandosi ugualmente sanzionata.
Decisa a contestare quella che le sembrava una ingiustizia, Millie ha scelto un alleato fuori dal comune: ChatGPT. Fornendo tutti i dettagli del caso al chatbot, la studentessa gli ha chiesto di redigere una lettera di contestazione.
Il consiglio comunale accetta il ricorso
Il risultato? Oltre ogni più rosea previsione: l’AI ha risposto con un testo chiaro e persuasivo, spiegando come il permesso di Millie fosse valido e come la sua scelta fosse stata dettata dalle circostanze, e non dalla volontà di infrangere le regole. La contestazione preparata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale si è rivelata più che convincente, tanto che, due giorni dopo aver inviato la lettera di ricorso, Millie ha ricevuto l'esito dal consiglio comunale di York: multa annullata e ricorso vinto.
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