
Per la rubrica in collaborazione con Ansa Scienza&Tecnica Ragazzi, oggi risponderemo alla domanda: "Perchè gli uomini sbadigliano?". Sbadigliare è un’azione molto frequente tra i giovanissimi e trova terreno fertile proprio dietro i banchi di scuola, e non solo. Quale studente potrebbe affermare di non essere mai stato colto da una crisi di sbadigli mentre la prof di storia si avventurava in una dettagliatissima spiegazione a prova di sonno? Ma lo sbadiglio non è amico solo degli studenti. Si tratta, infatti, di un fenomeno senza età, che abbraccia il mondo umano e quello animale.
SBADIGLIO E SCIENZA- Lo sbadiglio consiste comunemente in un riflesso di inalazione accompagnata dall’espirazione del fiato inspirato. Molto spesso l’atto dello sbadigliare comporta anche quell’abitudine poco composta che è lo stiracchiarsi. Si tratta, ad ogni modo, di un comportamento antichissimo, parallelo all’evoluzione della specie, e comune agli essere vertebrati, a partire dai pesci. Da qui capiamo l’interesse che questo fenomeno ha sollevato nel tempo. Nonostante i passi in avanti della scienza, molti sono gli interrogativi irrisolti, ma altrettante le conquiste effettuate relativamente a questo ambito di ricerca. I Greci, ad esempio, sostenevano che sbadigliare fosse importante per la circolazione e la respirazione, ma oggi possiamo affermare con certezza che questa non è un’ipotesi plausibile. Una delle principali conquiste del mondo scientifico è sicuramente la teoria della contagiosità dello sbadigliare, vale a dire il fatto che, essendo nella maggior parte dei casi questa azione trasmissibile, non è detto che gli sbadigli siano sempre ed esclusivamente collegati allo stato fisiologico delle persone.
LE CAUSE - Nonostante non si possa affermare con precisione quale sia la funzione principale di questa azione, sappiamo benissimo quali sono, tendenzialmente, le condizione necessaria ad innescare lo sbadiglio. La fame e lo stomaco vuoto trovano espressione, oltre che nel grugnito imbarazzante che emette la pancia, anche nella frequenza degli sbadigli. Il sonno e la noia sono altri due fattori scatenanti l’azione dello sbadigliare: questo gli studenti lo sanno molto bene.
LA VALENZA COMUNICATIVA - Molte volte questo fenomeno involontario può essere spia di una insofferenza, di una momentanea noia, o anche semplicemente di sonnolenza. Insomma, si tratta di un’azione semplice e immediata dalle molteplici valenze. Nel mondo animale esistono specie che sbadigliano prima di assalire la preda. Non si può dire lo stesso per la realtà umana! Ma il messaggio non è sempre facilmente decrittabile. Mettiamoci nei panni di un professore che vede i giovani sbadigliare: se lo studente sbadiglia potrebbe essere sia perché la notte precedente ha fatto le ore piccole, sia perché lo stomaco si ribella alla fame, o anche, e questa è l’ipotesi che va per la maggiore, perché l’argomento della spiegazione è monotono e barboso.
ATTACCARSI LO SBADIGLIO - Scartate alcune ipotesi poco convincenti, e fatti i conti con la mancanza di certezze assolute relative all’effettivo e fondamentale compito che lo sbadigliare assolve, possiamo tranquillamente parlare della sua contagiosità. Infatti dalle ricerche scientifiche condotte negli anni si è arrivati alla conclusione che gli sbadigli siano contagiosi quanto un virus, e facilmente trasmissibili soprattutto tra persone legate da una particolare empatia, ad esempio tra familiari, perenti e amici. In generale vedere qualcuno che sbadiglia, o anche semplicemente sentire il suono che accompagna questa azione, può portare a sbadigliare senza neanche rendersene conto, e innescare un meccanismo a catena tra chi ci circonda. Capita a scuola, in autobus, al cinema, in biblioteca. Anche solo sentirne parlare o leggere un articolo come questo può far sbadigliare: l’importante è ricordarsi le buone maniere, come mettere la mano davanti alla bocca ed evitare stiracchiamenti e accompagnamenti musicali.