
Smascherarli non è difficile, eppure molti utenti, connessi sui social o semplicemente sul web, ci cascano. Le notizie false esistono da tempo, anche se hanno ottenuto il picco di successo negli scorsi mesi. Negli Stati Uniti è successo in occasione della campagna elettorale della candidata democratica alla Casa Bianca,Hillary Clinton. Sulla vicenda ha scritto più di un articolo il New York Times spiegando come migliaia di dollari siano stati incassati da chi ha inventato la storia dei brogli elettorali in Ohio. Ma restiamo a casa nostra e scopriamo qual è il meccanismo di guadagno like e soldi per i furbetti della rete.
Dov'è il guadagno?
I soldi arrivano con la pubblicità. Proprio come avviene per la gran parte dei giornali online. Il problema è che certe notizie diventano virali e quindi riescono a far triplicare, se non di più, il fatturato di un portale in pochissimo tempo.
Gli acchiappalike
Sono delle esche e sono riconoscibili dal nome della url. Spesso camuffano il nome del sito originale con una parola, l'unione di più parole o punti. Il fine è quello di assomigliare quanto più possibile all'originale. Se leggete di una notizia su un sito che, per esempio (il nome è inventato) si chiama "ansia.it" al posto di "ansa.it", fatevi qualche domanda.
I social
La notizia diventa virale grazie al regno del passaparola: i social. Chi ha postato una notizia falsa per poi scoprire che era una bufala saprà che i passaggi sono rapidi e schematici. Si apre Facebook, Twitter o qualsiasi altro social, si legge una notizia inverosimile, e poi la si condivide. In teoria in questo settore c'è chi ha deciso di correre ai ripari. Mark Zuckerberg da qualche mese ha installato su Facebook dei filtri per catturare e segnalare le notizie spudoratamente fake.Serena Santoli