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Non dimentichiamo Vito articolo
Sono passati oltre cinque mesi da quel tragico 22 novembre, quando perse la vita a Rivoli, mentre era a scuola, il 17enne Vito Scafidi. Cinque mesi nei quali non si è fatto poi molto per l'edilizia scolastica, salvo poi piangere la morte degli studenti nella casa dello studente all'Aquila a seguito del devastante terremoto.
Se nel caso del terremoto abruzzese l'evento è stato imponderabile e ha colpito un po' tutte le fasce della popolazione, la sciagura di Rivoli è avvenuta nella più totale normalità. Eppure un controsoffitto ha ceduto, travolgendo una classe intera e stroncando la vita di Vito.

RITORNO A SCUOLA - Ieri sono potuti rientrare al liceo "Darwin" di Rivoli circa 580 studenti (26 classi, mentre altre 17 rientreranno solo a settembre). Per l'occasione, si è tenuta una cerimonia di commemorazione per Vito. Nel giardino antistante la scuola, rifatto da Fortunato Scafidi, papà di Vito, è stato piantato un cedro, simbolo di memoria, attorno al quale tutti gli studenti hanno piantato, affissi a bastoncini e scritti su carta di riso biodegradabile che si scioglierà poco alla volta, messaggi per il loro compagno. E' stato effettuato anche un annullo filatelico speciale e si è tenuta la posa di parole scelte dai ragazzi e realizzate con delle lastre di alluminio, in collaborazione col museo d'arte contemporanea del Castello di Rivoli. Infine, è stato scoperto un cippo alla memoria di Vito all'ingresso della scuola.

TRAGEDIE USA E GETTA - "Troppe tragedie come questa sono finite nel dimenticatoio. Vedrete che dopo l'enfasi dei primi giorni capiterà anche alla nostra". Questo lo sfogo del padre di Vito, che ha aggiunto "Non è la prima disgrazia di questo genere - continua -. E certamente non sarà l'ultima. Questo è molto doloroso".

RICORDIAMO VITO - In ogni caso, la famiglia Scafidi (con Fortunato era presente anche la moglie Cinzia Caggiano), dice di non essere intervenuta per fare polemiche, ma soltanto per commemorare il figlio. "Sono momenti toccanti - afferma il padre -. Nostro figlio si è sempre comportato bene nei confronti di tutti e non ha mai deluso nessuno. Questo spiega l'affetto dei suoi compagni di classe, che non ci hanno mai abbandonato, anche se sappiamo che è difficile anche per loro". Infine, vi è stata la rappacificazione con la preside Maria Torelli, con cui vi è stata una stretta di mano: "Non avevamo capito perché allora fosse sparita - conclude Scafidi -. Comunque ci siamo incontrati e chiariti".

BISOGNA FARE QUALCOSA - Circa il 60% degli studenti intervistati da Skuola.net non si sente al sicuro nella propria scuola. Vorrà pur dire qualcosa. Senza contare che Guido Bertolaso, responsabile della Protezione Civile, dichiarò apertamente, dopo la tragedia di Rivoli, che una scuola su due non era a norma! Insomma, l'emergenza edilizia scolastica continua ad essere un grave problema e una fonte di rischio per migliaia di studenti che ogni giorno sono costretti a frequentare strutture fatiscenti, sporche e in generale fuori norma. Nonostante questo il denaro pubblico viene speso in questioni più importanti, per poi ricordarsi, quando ci scappa il morto, che le scuole italiane sono insicure. Cosa aspetta chi di dovere? Che qualche altro studente debba subire la stessa sorte di Vito? In tal caso, il suo sacrificio sarebbe stato vano.