
Il 22 novembre del 2008 crollò il soffitto dell’aula dove Vito Scafidi, di 17 anni, si trovava insieme ai suoi compagni. Vito morì così, nella scuola che avrebbe dovuto insegnargli a crescere: altri 17 ragazzi rimasero feriti.
Andrea Macrì, amico di Vito, quel giorno ha perso la possibilità di camminare. Oggi la corte di Cassazione ha stabilito delle responsabilità per il crollo: sono stati condannati in 6. Si tratta di funzionari della Provincia di Torino e insegnanti della scuola. Il disastro, secondo i giudici, si poteva evitare.6 CONDANNE PER LA MORTE DI VITO A SCUOLA - La Cassazione ha così confermato le sei condanne per il crollo del soffitto al liceo Darwin di Rivoli. Sono tre a carico di funzionari della Provincia di Torino e tre per gli insegnanti. I primi tre erano, all'epoca, i responsabili per l’edilizia scolastica. I professori sono, invece, coloro che si sono succeduti nel ruolo di responsabili per la sicurezza al liceo Darwin. Per i giudici, infatti, l’incidente si poteva evitare: "Se di fronte al tempo di un quarto di secolo qui trascorso, dal 1984 al 2008, si fosse verificato lo stato di quel controsoffitto conoscibile, ispezionabile e monitorabile con il sovrastante vano tecnico, si sarebbero potute evidenziare, valutare e fronteggiare le sue gravi anomalie", si legge nelle motivazioni d’appello. Lo riporta il Corriere della Sera.
DA OGGI LA SICUREZZA E' UNA RESPONSABILITA' - “Da oggi più che mai nessuno potrà ignorare o prendere alla leggera le responsabilità in materia di sicurezza scolastica”. Commenta Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva. “La decisione della Corte di Cassazione – continua – è un monito a quanti si occupano di sicurezza delle scuole". Bizzarri chiama in causa anche il Ministero: "Nello stesso tempo, la sentenza è una esortazione per le amministrazioni comunali e provinciali a dotarsi di dati aggiornati in merito alle condizioni degli edifici scolastici di propria competenza, a partire da quelle Anagrafi dell’edilizia scolastica regionali e nazionale che da 18 anni attendiamo dal Miur”.
Carla Ardizzone