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Scopri la parola utilizzata per la prima volta nel tuo anno di nascita articolo

La parola importata bromance è a tutti gli effetti uno dei termini più utilizzati dalle nuove generazioni. Proprio per questo stupisce non poco il fatto che questo anglicismo, che sta a indicare uno stretto rapporto di amicizia tra uomini, sia stato utilizzato per la prima volta addirittura nel lontano 2001 dai principali media e mezzi di informazione.

Mentre l'utilizzo del termine 4G, oggi già in via di pensionamento, risale addirittura all'alba del nuovo millennio.

E molti altri sono i vocaboli dei nostri giorni il cui primo utilizzo risale addirittura a più di 30 anni fa. Parola della piattaforma TimeTraveler fornita dal portale 'MerriamWebster', che ha messo in fila i principali termini utilizzati per la prima volta dai media, con una rassegna che scava indietro nel tempo addirittura fino al 1500.

Le parole nate nei primi anni Duemila

Che cosa hanno in comune le parole “tanga”, “google”, “speed dating” e “micromobilità”? Ovviamente niente. A legarle è semplicemente la loro prima apparizione agli occhi del grande pubblico. Correva l'anno 2000: nello stesso periodo comparivano sulle pagine dei giornali e quotidiani anche i termini “deep web” e “clickbait”. Appena due anni dopo, nel 2002, ecco alcune parole destinate a resistere nel tempo, come “reggaeton” e l'attualissimo “selfie”.

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I termini utilizzati con l'avvento dei social

Nel 2008, complice l'avvento delle piattaforme social, come Facebook, MySpace e Viber, ecco uscire fuori i termini come “unfollow” e “photobomb”. Nello stesso periodo emergevano per la prima volta i “bitcoin”, mentre il simbolo della chiocciola – comunemente utilizzato solo per indirizzi mail – veniva per la prima volta accostato a nomi di persone, oggetti, animali o eventi per mezzo social.

Diritti sociali

Negli anni seguenti si può notare come siano state le dinamiche sociali a influenzare più di tutto il linguaggio comune. Complici anche i crescenti movimenti per i diritti umani, ecco comparire nel 2014 la sigla “Black lives Matter”, insieme a termini introdotti dal femminismo di quarta ondata come “mansplaining” e “manspreading”.

La pandemia ha influenzato anche il linguaggio

Arriviamo quindi negli anni '20 del nuovo millennio, dove inizialmente il protagonista assoluto è stato il virus Sars-CoV-2, ovvero il Covid19. Dal 2020, infatti, i vocaboli coniati più utilizzati sono stati il “long Covid”, “variante delta” e “variante omicron”. Infine, nel 2022, il progressivo ritorno alla normalità ha visto l'utilizzo per la prima volta di parole legate all'ambito relazionale, sia di tipo personale che professionale, come “quiet quit” e “quiet quitter”: ovvero colui che lavora lo stretto necessario, quanto basta per non perdere il posto di lavoro. Basti pensare che nel 2022, su TikTok, l'hashtag #quietquitting ha raggiunto in brevissimo tempo milioni di visualizzazioni.

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