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Paderno Dugnano, 17 enne uccide madre, padre, fratellino a Paderno Dugnano: il commento di Crepet
Fonte foto: Il Messaggero

La famiglia è in frantumi. O, perlomeno, il principio alla base di questo modello - che da secoli regola la nostra società – non risponde più alle dinamiche a cui erano abituati i nostri nonni e genitori.


E' il commento a caldo dello psichiatra Paolo Crepet riguardo la strage di Paderno Dugnano, che ha visto un 17enne uccidere la sua intera famiglia a sangue freddo. Una tragedia dietro cui si cela tutto il malessere di una generazione – quella dei giovanissimi -, ma che nasconde anche il tracollo del concetto stesso di famiglia. Il professor Crepet ha fatto il punto in un'intervista rilasciata a 'Il Messaggero'.

Il disfacimento del modello familiare

“Ma davvero c'è qualcuno, compreso il ministro della Famiglia, che dica che esiste ancora la famiglia? Andiamo”. Paolo Crepet non usa mezzi termini e spiega come oggi la famiglia sia ormai un concetto totalmente estraneo quello di oltre 30 anni fa: “Semplicemente non c'è più un regola. Ed è avvenuto perché non parliamo più. Abbiamo scambiato i soldi con le parole. Una volta si parlava e non c'erano i soldi. Oggi ci sono i soldi ma non si parla più. Un padre non sa dove è suo figlio di 14 anni. Sabato sera c'era mezza Italia che non sapeva dove si trovasse il proprio figlio. Ne aveva una idea molto, molto vaga. Un padre non sa cosa fa il proprio figlio di 14 anni, non sa quanti shot stia bevendo, non sa se consuma cocaina, non sa se fa sesso con una tredicenne. Semplicemente non lo sa. Sa di cosa sanno i genitori? Di padel, della partita, del prossimo viaggio quando magari si parte sposati e si torna separati. Poi mi dicono 'lei è pessimista'. No, sono gli ottimisti che sono male informati”.

Eppure, fino a non molto tempo fa, i genitori venivano spesso descritti come iper-protettivi. Una facciata, secondo lo psichiatra, in quanto questo atteggiamento coinciderebbe con l'incapacità di lasciare i propri figli davanti alle loro responsabilità: “I genitori italiani sono troppo protettivi nel momento in cui non dovrebbero esserlo. Sono protettivi per la scuola. Vai a discutere se tuo figlio ha preso un brutto voto, se ha preso 5? Ma cosa ti interessa se tuo figlio ha preso 5? Saranno cavoli suoi. I genitori italiani non sono protettivi quando dovrebbero esserlo, vale a dire a partire dalle 9 di sera. Sono protettivi in modo sbagliato, ecco che non ci sono più i voti a scuola. E' stato fatto tutto il contrario di ciò che sarebbe intelligente fare. Forse non siamo un popolo così intelligente”.

Paderno Dugnano come Novi Ligure: 20 anni dopo nulla è cambiato

E, tornando alla vicenda di Paderno Dugnano, è interessante notare come lo psichiatra abbia citato un caso analogo, andato in scena ormai più di 20 anni fa. Era il 2003, infatti, quando la sedicenne Erika De Nardo sconvolse l'intera comunità di Novi Ligure, uccidendo sua madre e il suo fratellino, insieme al fidanzato dell'epoca Omar. Anche in quel caso, a compiere la strage fu la primogenita: “Penso sia una casualità, ogni storia ha una sua ragione d'essere e comunque la società più di vent'anni fa era molto differente. C'è una cosa in comune però tra Novi Ligure e Paderno Dugnano. Una cosa che tra l'altro è peggiorata. All'epoca di Erika e Omar mi invitò al Tg5 Enrico Mentana. E mi domandò: 'che cosa può fare un genitore?'. Io risposi: 'chiedere al figlio: come stai?'. Mentana pensò fosse una battuta, una banalità. Ma non è così: forse questo delitto non ci sarebbe stato se qualcuno avesse chiesto: 'come stai?'. Rispetto a quegli anni tutto è peggiorato. E allora non c'erano i social. E non c'era la droga che c'è oggi. Ovviamente c'era, ma oggi è differente. Oggi c'è la cocaina a tredici anni”.

Ripartire dalla scuola

Come riemergere da questo abisso che sembra non lasciare scampo? Il lavoro è molto e la strada, nemmeno a dirlo, è in salita. Un primo passo potrebbe essere quello di valorizzare maggiormente il sistema scuola, anche avendo il coraggio di prendere decisioni che poi risulteranno impopolari. Secondo Paolo Crepet “possiamo cambiare la scuola, prima di tutto. In maniera rivoluzionaria. Non funziona nulla. Prima di tutto bisogna cominciare a 5 anni e non a 6, finire a 18 e non a 19. Bisogna rimettere i voti come si è sempre fatto. Bisogna avere la scuola a tempo pieno e dare più soldi agli insegnanti. Ma lei pensa che ci sia un politico che pensa a queste cose?"

Data pubblicazione 2 Settembre 2024, Ore 10:14
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