Università, le regole sul rientro cambiano di ateneo in ateneo: cosa sta succedendo

Il mondo della scuola, già da qualche settimana, è al centro del dibattito con proteste da parte di studenti, ma anche di presidi e docenti, che non accennano a placarsi. E mentre i riflettori sono tutti puntati sugli istituti scolastici, la situazione nei vari atenei italiani è passata letteralmente in sordina. Ma il mondo dell'Università ha risentito, quasi quanto quello della scuola, dell'impatto che l'epidemia ha avuto sulla nostra società. All'inizio del nuovo anno, sono infatti molte le Università che hanno deciso di sospende le lezioni e ed esami in presenza; la Dad è l'unica soluzione praticabile per molti atenei che tutt'oggi vedono le loro facoltà svuotate.

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Come si stanno organizzando gli atenei italiani

Agli inizi di gennaio, una nota del Ministero dell'Università e della Ricerca stabiliva la possibilità per gli atenei di svolgere esami e sedute di laurea, programmati per le sessioni di gennaio, febbraio e marzo, anche a distanza, lasciando alle singole Università l'onere di organizzare le proprie attività. Ma non tutti gli atenei dispongono degli stessi mezzi per far fronte al problema; a Milano, se negli atenei della Statale, Bicocca e Cattolica, gli esami orali tornano ad essere a distanza, alla Bocconi e al Politenico lo svolgimento delle prove è in presenza. A Roma, la Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, in una lettera destinata a tutta la comunità universitaria, precisa che l'intenzione dell'ateneo è quella di prediligere lo svolgimento delle attività in presenza, laddove possibile.

All'Università di Urbino tira un'aria diversa; è stato infatti deciso, almeno per la sessione invernale, lo svolgimento degli esami esclusivamente tramite modalità online. All'Università Federico II di Napoli invece, è stata presa una decisione più ponderata: la didattica a distanza è prevista solo per gli studenti positivi al Covid, oppure in quarantena, fino a marzo 2022. Chi invece, già dal 29 dicembre, aveva preceduto tutti è l’Università Aldo Moro di Bari; con una delibera del Senato accademico, l'ateneo aveva introdotto la possibilità per gli studenti di chiedere lo svolgimento degli esami scritti e orali anche a distanza.

Le richieste degli studenti

Tutto ciò ha indubbiamente messo a dura prova gli studenti, specialmente i fuori sede, che di fatto si ritrovano a pagare un affitto senza poter svolgere le lezioni in presenza. A parlare in nome degli studenti è stata recentemente Emma Creola, rappresentante degli studenti della facoltà di Giurisprudenza della Statale di Milano, che spiega al FattoQuotidiano.it come, la decisione di riprendere gli esami orali a distanza, sia l'ennesima riprova di come le esigenze degli studenti “non vengano ascoltate”. "Si è optato – prosegue Emma – per la strada più semplice, anziché pensare a soluzioni magari più complesse da un punto di vista organizzativo, che però tengano conto delle esigenze di tutti gli studenti”. Ed è ciò che chiedono a gran voce gli studenti: una modalità mista, che da un lato tuteli gli studenti fragili, i caregivers e quelli in quarantena “e che dall’altro lato permetta a tutti gli altri di tornare a vivere una fase fondamentale per la loro formazione”.

Se da un lato è quindi necessario, secondo gli studenti, limitare il più possibile il ricorso alla Dad, dall'altro, sarebbe opportuno puntare sulla Didattica Digitale Integrata. Intervistato dal FattoQuotidiano.it, Matteo Giugovaz, rappresentante del Consiglio Nazionale degli studenti universitari, sostiene che: “L'uso della Dad dovrebbe essere ridotto al minimo. Noi auspichiamo che tutti gli atenei possano riprendere il prima possibile in presenza, integrando in maniera efficace gli strumenti di didattica tradizionali con quelli innovativi sviluppati nell’ultimo periodo”.