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di Margherita Paolini
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i test d'ingresso arrivano in un'università su 2

A qualche mese dal fallimento dell’esperimento bonus maturità che ha suscitato non poche polemiche, gli universitari sono di nuovo in protesta. Stavolta la causa sta nel numero chiuso. Infatti, è stato introdotto in altre facoltà tanto che ora le aspiranti matricole dovranno affrontare un test d'ingresso in oltre 5 atenei su 10 .

E nel dilemma aperto se si tratti di una vittoria della qualità formativa, o di un’ulteriore colpo al diritto all’istruzione, la battaglia di LINK Coordinamento Universitario e dell’Unione degli Studenti continua, e i giovani in protesta si assicurano alcune vittorie a Torino, Roma e Bari.

NUMERO CHIUSO IN AUMENTO

- Prove di ammissione in circa il 55% delle università. Questi i dati ministeriali pubblicati da Repubblica.it che parlano chiaro e vedono i tanto osteggiati e temuti test d’ingresso decisamente lontani dalla loro ultima ora. Pronti a tornare sui banchi delle facoltà ad accesso programmato e a fare la loro prima comparsa anche nelle aule di quei corsi di studio rimasti immuni dal numero chiuso fino a qualche tempo fa. In tutto, tra Medicina, Odontoiatria, veterinaria, Architettura e Professioni Sanitarie (vale a dire i corsi ad accesso programmato a livello nazionale), e i corsi invece dove il numero chiuso è gestito a livello locale, sono 1.293 le facoltà su tutto il territorio nazionale ad imporre ai potenziali studenti il test preselettivo.

EFFETTO DECRETO AVA

- L’aumento dei corsi di laurea legati al numero chiuso sembra essere un chiaro effetto del decreto Ava (Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento), i cui provvedimenti “impongono un numero minimo di docenti incardinati in rapporto al numero degli studenti iscritti, il blocco del turn-over, e le limitazioni circa il reclutamento di nuovi docenti”. Ma, numero chiuso a parte, sarebbe anche il notevole aumento delle tasse a far svanire il sogno della carriera accademica di molti neodiplomati. Secondo il recente rapporto McKensey, quasi due studenti italiani su cinque hanno dichiarato di aver abbandonato l’università proprio a causa dell’esosità delle tasse annuali.

UN APRILE DI PROTESTE

- In virtù di una decisa opposizione nei confronti del numero chiuso continua la mobilitazione della Rete della Conoscenza . “E' un vero e proprio allarme quello che vogliamo lanciare circa il consistente aumento di corsi di laurea con barriere all'acceso. Nonostante il drammatico calo delle immatricolazioni registrato negli ultimi 10 anni lanciato ormai quasi un anno fa dal CUN, gli atenei continuano a restringere il libero accesso ormai in tantissimi dipartimenti fino a qualche anno fa rimasti aperti": questa la dichiarazione di Alberto Campailla, portavoce nazionale di LINK - Coordinamento Universitario. Preannunciata per il mese di aprile, all’inaugurazione di una nuova primavera dei test d’ingresso, la mobilitazione di Rete della Conoscenza che intanto sta lavorando ad un’iniziativa volta a cercare di capire su quali punti tale sistema possa essere migliorato, grazie anche ad una serie di confronti con modelli europei “più efficienti, come quello francese”. Come dichiarato dallo stesso Campailla a Skuola.net, la loro richiesta è quella di un "impegno da parte del Ministero ad organizzare una commissione che si interroghi, come accade in ogni altro ambito, sui margini di miglioramento di un modello, quello del numero chiuso, che così come strutturato non funziona”.

E tu sei favorevole o contrario al numero chiuso?

Margherita Paolini