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foto di università privata che aiuta a trovare lavoro meglio della pubblica

Tutti pronti, arriva l’università del fare ed è privata. I laureati di oggi, in barba a chi li definisce fannulloni, si dichiarano pronti a entrare nel mondo del lavoro. Il merito sembra essere tutto dei loro corsi di laurea, molto più orientati a insegnare un mestiere sul campo. 1 studente su 3 racconta che nella sua facoltà si mettono le mani in pasta grazie all’organizzazione di attività pratiche e un altro 22% le colloca solo nei corsi più pratici. E quello che si impara è molto lontano dall’essere fuffa, tanto che la quasi totalità degli intervistati, il 92%, ritiene tali attività molto utili. Gli stage sono previsti nei curricula di più di 1 un universitario su 2 con un’ovazione del 59% di chi li ritiene un’ottima esperienza per familiarizzare con il mondo del lavoro. E proprio nella formazione di questi professionisti del futuro, l’università privata batte la pubblica. Chi la frequenta racconta di come si senta molto più preparato a entrare nel mercato del lavoro. A rivelarlo è una web survey di Skuola.net in collaborazione con l’Università degli Studi Niccolò Cusano su un campione di circa 700 universitari tra i 19 e i 30 anni.

PRIVATA VS PUBBLICA, ROUND 1: LE ATTIVITÀ PRATICHE - Basti pensare che tra chi siede tra i banchi di un’università pubblica, 1 su 4 racconta che di attività pratiche la sua facoltà ne organizza sempre. Un buon risultato che però raddoppia tra coloro che invece studiano in un ateneo privato. Tra questi ultimi, infatti, a rivelare di poter imparare grazie all’organizzazione di tali attività è 1 ragazzo su 2. Ma non tutti coloro che hanno preso parte a questi momenti pratici ne sono soddisfatti allo stesso modo. Per esempio, tra gli studenti della pubblica, il 45% ha ritenuto utili tutti quelli a cui ha partecipato, il 47% solo alcuni. Un dato che continua a essere molto più alto tra gli universitari della privata, dove il 71% è soddisfatto di tutti i corsi pratici, un altro 27% solo di alcuni.

TUTTI PRONTI PER IL LAVORO. FORSE - Insomma, per farla breve i ragazzi si sentono pronti a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. O almeno così dicono 3 universitari su 7 che hanno preso parte a uno stage. Numeri che ancora una volta raddoppiano nella privata, dove i prontissimi al loro debutto da professionisti salgono al 68%. Nuovo K.O. per gli studenti della pubblica: solo il 30% si sente davvero pronto a terminare la sua vita da studente e abbracciare quella da adulto lavoratore.

PIÙ STAGE NELLA PRIVATA - E, come accennavamo, se i ragazzi si sentono così pronti il merito è proprio degli stage organizzati a livello universitario. Anche questo match lo vince ancora una volta l’università privata, visto che tra chi la frequenta, il 60% racconta al portale che il suo curriculum prevede questa esperienza di formazione in azienda (percentuale che si compone da un 25% che già le ha fatte e un 35% che ancora le deve fare). Tra chi studia in un’università pubblica, è il 53% a raccontare di avere uno stage previsto dal suo piano di studi (il 35% deve farlo, un altro 18% lo ha già terminato).

AL LAVORO GRAZIE AGLI STAGE - Fatto sta che uno stage, come lo guardi, lo guardi, è comunque un’esperienza utile. Tra coloro che ancora ne devono prendere parte, 3 su 5 lo ritengono un ottimo strumento per prendere confidenza con il mondo del lavoro, un altro 21% lo crede invece un momento indispensabile per mettere finalmente in pratica quello che ha tanto studiato solo sui libri. La paura fa capolino per un altro 15% del campione totale che ritiene sì lo stage un momento utile, ma che teme però di essere sfruttato.

Serena Rosticci

Infografica Skuola.net Unicusano
Infografica a cura di Skuola.net e Università degli studi Niccolò Cusano

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