
Non è il primo Ateneo, e non sarà l’ultimo, che decide di adottare il doppio libretto per quegli studenti “in attesa di riattribuzione di genere”. Chi sono? In parole semplici tutti quei ragazzi che si ritrovano nella fase di passaggio da un sesso all’altro: i trans che, per motivi di privacy, preferiscono non dover giustificare ogni volta un nome maschile in presenza di aspetto femminile o viceversa.
Oggi la notizia dell’arrivo del doppio libretto viene da Urbino ma, va sottolineato, la Carlo Bo non è la prima Università ad aver adottato un ‘iniziativa simile. Evidentemente se ne sente il bisogno: chi decide di cambiare sesso, spesso, lo fa dopo la fase adolescenziale in cui mette a fuoco la propria natura. Non a caso, quindi, la transizione avviene spesso negli anni dell’università. Da qui, per il rispetto della privacy, nasce il doppio libretto.LA PRIVACY – Alla Carlo Bo, quindi, il doppio libretto è legge: “Il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo – recita una nota dell’ateneo - con delibera n. 133 dell’8 luglio 2014, ha riconosciuto all’unanimità il diritto di studenti e studentesse in situazione di riattribuzione del sesso, ai sensi della legge 164/1982, ad avere un doppio libretto universitario. L’iniziativa si colloca a favore di studenti e studentesse, spesso costretti a giustificare il cambiamento di nome e di apparenza, costringendoli a uscire dalla loro privacy non solo in sede d’esame, ma anche durante le banali attività universitarie giornaliere quali l’accesso alla biblioteca e alla mensa, la presentazione di una candidatura o la riscossione di borse di studio. Un notevole passo in avanti nella tutela del diritto allo studio e della privacy durante il lungo periodo necessario al “mutamento di genere” che spesso dura anni e può coincidere con la carriera universitaria”
ARRIVA L’ALIAS – Come riuscire a garantire la privacy, evitando domande e risposte imbarazzanti magari proprio in sede di esame? Con la creazione di un alias che comparirà su tutti i documenti. “Dopo un’attenta verifica degli aspetti normativi e legali – spiega la Carlo Bo - all’interessato o all’interessata verrà fornita un’identità “Alias” che potrà essere utilizzata esclusivamente nelle normali attività Universitarie quotidiane, mentre tutta la documentazione amministrativa rimarrà immutata fino alla definitiva sentenza del tribunale. Alcune procedure, tuttavia, non potranno essere espletate con l’identità “Alias” come ad esempio: procedura Erasmus, trasferimento di sede, proclamazione di Laurea, titolo di Dottorato etc. ma saranno condotte nel completo rispetto e tutela della privacy degli interessati/e”.
I PRECEDENTI - Torino, Bologna, Napoli, Padova e da oggi anche Urbino: sono queste le città italiane in cui uno studente transgender, iscrivendosi all’università, può avere oggi l’opportunità di ricevere un doppio libretto e un doppio badge. A Napoli già dal 2010 il senato accademico dell’università partenopea decretava che «per gli studenti in attesa dell’accoglimento della domanda di cambiamento di sesso da parte del Tribunale e del conseguente rettifica dello stesso da parte dell’Ufficio Anagrafe, il rilascio di un duplicato del libretto (nel quale far riportare il nome scelto in relazione al genere a cui sentono di appartenere)». A Padova la decisione sul duplicato del libretto è stata presa su proposta dell’associazione padovana Antèros, ma anche a Pisa, Roma e Milano si discute su questa possibilità.
Lorena Loiacono