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di Margherita Paolini
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uno studente della Bocconi ha deciso di aprire la partita Iva per tenere le ripetizioni private

Stefano T. è il nome dello studente della facoltà di Giurisprudenza della Bocconi che, a soli 21 anni, ha iniziato la sua lotta personale all’evasione fiscale. Un giovane come tanti altri che, per arrotondare qualche soldo a fine mese, da tempo tiene delle lezioni private per studenti in difficoltà. Il suo momentaneo “mestiere” insomma è quello delle ripetizioni. E mestiere in questo caso è una parola azzeccata in quanto Stefano ha aperto una partita Iva e rilascia regolarmente le fatture ai suoi alunni.

ARROTONDARE CON LE RIPETIZIONI- Secondo quanto dichiarato dallo studente a “Il Fatto Quotidiano”, avrebbe cominciato dai banchi del liceo a dare qualche ripetizione, inizialmente soltanto ad alcuni compagni di classe e del tutto gratuitamente. Poi tra i 17 e 18 anni qualcuno avrebbe pensato bene di versargli un compenso per quelle lezioni private e piano piano quello che probabilmente era incominciato come una sorta di esperimento teso a racimolare qualche spicciolo, è diventato un vero impegno. Tanto che Stefano oggi afferma di avere almeno 4-5 studenti fissi a cui si aggiungono altri nei periodi di verifiche e interrogazioni. Così se si calcola una quota di circa 10 euro l’ora per gli alunni che aiuta già da tempo, e di 15-20 euro per gli altri, si arrivano a conteggiare anche 4mila euro l’anno.

METTERSI IN REGOLA- Che siano stati gli studi ad illuminare il ventunenne, e per la precisione un esame in Diritto Tributario, o semplicemente un istinto all’onestà, il giovane Stefano ha deciso di mettersi in regola con lo Stato e versare le tasse dovute. Così il ragazzo è andato all’Agenzia delle entrate, ha compilato un modulo e in appena una mezz’ora si è liberato dell’etichetta del piccolo evasore. Una parte di quegli introiti racimolati mensilmente, possiamo dire all’incirca un terzo, finirà nelle casse statali. E sebbene Stefano sia andato proprio incontro all’esigenza di diventare un contribuente e sentirsi utile allo Stato e alla comunità, il giovane ha tuttavia ammesso che versare quasi il 30% del guadagnato all’Inps per i contributi pensionistici è l’unica cosa che reputa assurda in virtù del fatto che lui probabilmente quella pensione non la vedrà mai.

UN ESEMPIO PER TUTTI- In Italia l’evasione fiscale ha sfiorato i massimi storici e spesso versare regolarmente tutte le tasse significa per molti essere vittime di una persecuzione fiscale. Eppure uno studente ha dimostrato che non occorre molto per mettersi in regola ed evitare di diventare evasori. Il mondo delle ripetizioni poi, gestito in larga fetta proprio dai professori, è per eccellenza un settore in cui incassare senza pagare è la norma. E questo, forse, anche perché il Fisco non prevede neanche la possibilità di dichiarare come attività quella delle “ripetizioni” o delle “lezioni private”. Stefano ha, infatti, dichiarato di aver indicato per l’apertura della partita Iva “un’attività generica legata all’istruzione”. Ma forse per alcuni insegnanti va bene così: non manca chi di loro, infatti, impartisce agli alunni delle proprie stesse classi lezioni private, che arrivano a costare anche 50 euro l’ora.

E tu cosa pensi di questa storia?

Margherita Paolini

Data pubblicazione 5 Marzo 2014, Ore 11:55 Data aggiornamento 5 Marzo 2014, Ore 12:13
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