
Ben il 7,5% degli italiani dichiara di essere vittima di stalking: sono i dati pubblicati da Eurispes nel nuovo Rapporto Italia 2015. Ma la media sale se si guarda ai ragazzi dai 18 ai 24 anni e arriva quasi al 10%.
Ben il 20% del totale intervistati, invece, confessa conoscere una vittima di stalking, senza esserlo personalmente. Come spiega il rapporto Eurispes, incide su questi dati anche la diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione e l'uso dei Social Network. Soprattutto tra i più giovani, spesso il confine tra stalking, cyberbullismo e gli altri rischi in rete è molto labile: neanche loro sono fuori pericolo.
Guarda lo spot istituzionale contro la violenza e lo stalking
STALKING: VITTIME GIOVANI E LAUREATI - Le categorie più esposte sono quindi i giovani tra i 18 e i 24 anni. Ma non è solo l'età a incidere sulla percentuale di chi confessa di aver subito in prima persona le attenzioni morbose di uno stalker. La percentuale di laureati che se ne dice vittima, circa il 9%, è infatti più alta di quella di chi ha un livello di istruzione minore, fino ad abbassarsi al 3,5% di quanti non hanno titolo di studio. Questo forse per una maggiore consapevolezza del fenomeno e la tendenza a denunciare gli abusi da parte di chi ha una buon livello di educazione. Inoltre lo stalking riguarda le fasce d'età più giovani, mentre le meno colpite sono quelle più anziane, dove è più facile trovare persone che non hanno usufruito dell’istruzione obbligatoria.
I RISCHI DELLA RETE - Come si può leggere sulla sintesi del Rapporto Italia 2015 Eurispes, lo stalking è "un crimine che ha trovato espressioni ancora più violente con l’utilizzo delle nuove tecnologie in una società iperconnessa, e che sempre più spesso viene perpetrato all’interno dei social network, Facebook in testa." Del resto, la violenza in rete coinvolge i giovani in modi che spesso si confondono tra loro. Secondo una recente ricerca di Skuola.net, più di 3 ragazzi su 4 hanno paura del cyberbullismo e 2 su 3 trovano che le forme di violenza in rete si stiano aggravando sempre di più.
LA FINE DI UNA STORIA, L'INIZIO DELL'INCUBO - A prescindere dalla fascia d'età, tra le categorie che si mostrano più a rischio di stalking sono i separati o i divorziati. Spesso i comportamenti che consideriamo stalking, infatti provengono dalla fine di una storia d'amore. Sono ben quasi il 20% del totale: "nella maggior parte dei casi, la fine dell’unione coniugale comporta strascichi e attriti, difficoltà nel gestire la separazione, ma anche e soprattutto nell’accettarla" si legge sul Rapporto Eurispes. Ma pensare che tutto questo sia lontano dal mondo dei ragazzi è pura illusione.
GLI ADOLESCENTI NON SONO FUORI PERICOLO - Infatti secondo i dati di Telefono Azzurro sugli adolescenti, pubblicati nell'autunno 2014, sono sempre più comuni gli episodi di violenza che derivano proprio dalla vita di coppia e che, se non controllati, potrebbero portare in futuro ad una maggiore estensione delle fenomeno. Un ragazzo su 3 sostiene infatti di conoscere coetanei insultati dal fidanzato o dalla fidanzata, 1 su 6 parla invece di vera violenza fisica. La stessa percentuale dichiara che, nella coppia, uno dei due componenti è stato costretto ad avere rapporti sessuali. E poi arriva la rete: 1 su 10 dichiara che di conoscere qualcuno minacciato di vedersi pubblicare materiale privato sui social network.
Carla Ardizzone