Lorena Loiacono
di Lorena Loiacono
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Test specializzazioni mediche: ricorsi al via?

Polemiche furibonde, dimissioni e scuse. Un test da rifare e migliaia di studenti a cui rendere conto, in un modo o nell’altro. E’ questo il primo bilancio di quanto accaduto nelle ultime ore, dopo l’annullamento da parte del Miur della prova di ingresso per le specializzazioni mediche.

La prova che, per la prima volta, è stata nazionale e uguale per tutti. Proprio per evitare brogli e privilegi a livello territoriale. Ma qualcosa è andato storto.

MEA CULPA - Il Cineca, il consorzio che si occupa della distribuzione del test, ha invertito la batteria di domande ed ha chiesto scusa promettendo il rimborso danni. Con tanto di dimissioni del presidente. Fatto sta che il test è da ripetere e la data prevista è il 7 novembre prossimo.

VALANGA IN ARRIVO - A questo punto gli scenari sono infiniti. Dalle pagine de Il Resto del Carlino, il professore dell’Università di Bologna, Antonio Carullo esperto di ricorsi al Tar, avverte: “sarà un ginepraio: dal Tar al tribunale civile, tutti potranno chiedere il risarcimento danni. Possono chiedere il rimborso di viaggio, vitto e alloggio per i 3 giorni del test: il Cineca si è offerto di rimborsare? Paga Pantalone, sono comunque soldi pubblici”.

E GLI STUDENTI … - Sul piede di guerra, da sempre per il numero chiuso, ora chiedono di fare chiarezza e soprattutto in tempi brevi. “Le dimissioni del presidente del CINECA non sono la soluzione – denuncia Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli Universitari - non pensi il Ministro Stefania Giannini di aver risolto la situazione con un bel messaggio di scuse e un paio di dimissioni. I giovani medici che hanno tentato il test vogliono risposte concrete e non si accontenteranno di pochi slogan e spot anche male recitati, dato che il CINECA, differentemente da quanto a appare in questi giorni, è alle dirette dipendenze del ministro stesso”.

Guarda il video in cui il ministro Giannini parla dei test d'ingresso

Fonte: Vista Agenzia Televisiva Nazionale

SANATORIA – La soluzione, per l’Udu, sarebbe quella di effettuare una sanatoria per tutti i candidati. Una vera sanatoria, per la quale siano disponibili le risorse per le borse di studio. “Di certo – continua Gianluca Scuccimarra – non accetteremo specializzandi senza borsa di studio. E’ impensabile infatti costringere giovani che aspettano da un anno e mezzo di poter proseguire il proprio percorso di formazione a nuove attese che metterebbero in crisi anche il sistema sanitario nazionale. Per noi rimane un'unica strada percorribile, quella dei finanziamenti e dell'aumento delle borse fino alla copertura totale dei richiedenti, quelle #12milaborse che in tanti anche sui social stanno chiedendo in questi giorni. Se la mole è troppo ingente, ne chiediamo almeno 2000 borse in più per poi arrivare a nuovi ingressi per il test di aprile prossimo”.

GUERRA APERTA – “Il Ministro è avvertito – avvertono dall’Udu - se non ci sarà una soluzione concreta siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione: dalla rappresentanza in CNSU alla mobilitazione fino anche all'azione legale".

RICORSI IN STAND BY- Per il momento tutto fermo. Restano con il fiato sospeso i circa 12000 candidati al test per le specializzazioni mediche in attesa di sapere che cosa ne sarà del loro test. A deciderlo infatti sarà il decreto ministeriale che potrebbe essere pronto già oggi. L’avvocato dell’Udu, Michele Bonetti esperto di ricorsi per il diritto allo studio, sta studiando le carte e aspetta di leggere il testo definitivo per capire come e se sarà utile presentare ricorso. Anche questa volta.