
“In Italia c’è questa mentalità, che è tossica, è sbagliata, ed è inutile”, queste le parole di una studentessa iscritta al quarto anno di Medicina, che lancia uno sfogo sulla piattaforma TikTok attirando l’attenzione di molti.
Nel video, la studentessa parla della mentalità imperante nel sistema scolastico e universitario del nostro Paese, facendo confronti con altri sistemi vigenti all’estero. Qui, per la ragazza, “si dà per scontato che noi studenti siamo ladri, che non vogliamo studiare, che ci devono puntare il fucile addosso”.
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Il TikTok della studentessa: “A scuola c’è la mentalità del poliziotto che deve scoprire il ladro”
“Il sistema scolastico italiano sarà valido quanto volete, ma ha un enorme difetto: dà per scontato e insegna che lo studente deve imbrogliare, vuole imbrogliare”, così esordisce la studentessa nel suo video caricato su TikTok.
“Quando sono stata in America per l’anno all’estero”, spiega la ragazza, “mi sono accorta di quanta poca collaborazione c’è qui tra insegnante e studente. Là nessuno copia durante i compiti in classe perché se tu fallisci il test lo puoi rifare, puoi parlare con il professore e puoi metterti d’accordo”.
Invece, per la studentessa, in Italia ci sarebbe la dinamica cristallizzata del “poliziotto che deve scoprire il ladro”, in cui appunto “si dà per scontato che noi studenti siamo ladri, che non vogliamo studiare, che ci devono puntare il fucile addosso”.
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Sull’università: “Perché ci deve essere sempre lo sgambetto allo studente?”
E lo stesso discorso vale per l’università: “Faccio il quarto anno di Medicina e ancora abbiamo il terrorismo psicologico della presenza obbligatoria. La scuola dell’obbligo è finita a 16 anni, ma quale studente di Medicina non ha voglia di studiare?”. La facoltà di Medicina, spiega la ragazza, “è strutturata per immergerti 40 ore a settimana là dentro. Tu non puoi fare altro, e guai se ti scoprono: non ti fanno fare l’esame”.
E poi, se non bastasse: “Pretendono una serietà che spesso gli stessi professori non dànno. Noi abbiamo professori che non si presentano a lezione e che non spiegano bene la materia”.
Per non parlare poi degli esami, dove è costante la “componente di imprevedibilità”, con i prof che sembrano impegnarsi per andare alla ricerca di quella domanda che tu proprio non ti aspettavi, la cosiddetta domanda trabocchetto. “Perché se io studio solo dal libro che tu hai messo in programma l’esame non lo passo? Perché ci deve essere sempre lo sgambetto allo studente? Qual è l’utilità?”
Un modo di fare, questo, che non può che allontanare gli studenti da Medicina, che diventa così “una clausura, e non perché difficile ma per tutto il sistema che è stato creato attorno e che negli altri Paesi non esiste”.
Conclude la studentessa: “In Italia c’è questa mentalità, che è tossica, è sbagliata, ed è inutile”.
I commenti al video: “Hai scelto di parlare la lingua della verità”
Il video ha invitato alla risposta molti utenti. La maggior parte si è schierata a favore della studentessa supportando le sue parole: “Hai scelto di parlare la lingua della verità”, dice qualcuno.
Un altro utente conferma: “Guarda, purtroppo non è solo Medicina, è tutto il sistema. Ho fatto la triennale in Ingegneria in Italia, ora sto finendo il master in Svizzera. Un altro mondo, non tornerò più in Italia”.
E poi c’è chi riporta una testimonianza interessante e, per certi versi, inquietante: “Da me a Med a Modena: 1) passa foglio firme; 2) app con geolocalizzazione e codice da inserire a inizio lezione; 3) verifica della presenza durante l’ora tramite app (abbiamo 60 sec per confermare)”. Scrivono ancora: “Per non parlare di chi è fuori sede e deve farsi due ore di viaggio per una lezione in cui il prof legge le slide”
Ma tra i commenti ci sono anche quelli che fanno da contraltare: “L’obbligo di frequenza c’è perché altrimenti le lezioni non le segue nessuno e il professore non lo pagano”. O ancora: “Punto di vista da studente, ma una volta che sarai medico i sintomi di diverse patologie sono sempre pronte a fare lo sgambetto alla diagnosi corretta, ed è per questo che il prof fa lo sgambetto”.