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Sentirsi falliti per l'università, lo sfogo della studentessa:"Continuo a confrontare il mio percorso con quello degli altri" articolo

L'universo digitale di Reddit può essere spesso uno specchio delle nostre battaglie più intime. Di recente, un post diventato virale su r/Universitaly ha acceso i riflettori su un tema tanto delicato quanto universale: il senso di fallimento che pervade la vita di molti giovani adulti se non riescono a raggiungere entro i tempi stabiliti gli obiettivi imposti dal senso comune.

Nel caso degli universitari questo obiettivo non può essere che la laurea. La studentessa in questione, che frequenta il corso di laurea in lettere di tipo linguistico in un ateneo italiano, in un primo momento pensava che sarebbe riuscita a laurearsi a novembre del 2024. Purtroppo, però, in seguito ha capito che probabilmente dovrà rimandare la laurea alla sessione successiva, che sarà a marzo del 2025, e di conseguenza dovrà rimandare l'iscrizione alla magistrale di un anno intero.

"Sento una pressione enorme", il post dell'universitaria su Reddit

 Il post in questione, intitolato "Sentirsi Falliti", è un grido di aiuto. La studentessa descrive la sua esperienza, trovando le cause del ritardo nel percorso universitario. "Mi mancano cinque esami alla laurea ma ovviamente visto che sono poco furba ho lasciato per ultimi gli esami più difficili" ammette.

"Io sono sempre stata una persona che una volta fissata degli obiettivi li deve per forza ottenere, anche a discapito della mia salute fisica e (in particolar modo) mentale. Questa cosa di essermi prefissata come obiettivo la laurea a novembre mi ha spronato molto, ma mi sta anche logorando dentro perché temo di non farcela. sono anche dell'idea che l'università non sia una gara e che ognuno abbia i propri tempi, ma nonostante creda fermamente a questa cosa, nella mia testa, questo ragionamento non vale per me stessa. Credo onestamente di essere in ritardo anche perché ho iniziato a lavorare a 17 anni e non ho mai smesso, anzi, ho smesso in realtà per un po' di mesi l'anno scorso quando ho vinto un erasmus e sono quindi partita per sei mesi. In ogni caso, anche se lavoro, non posso fare a meno di pensare che questa più che una giustificazione sia solo una scusa."

La studentessa, nonostante si tratti di un ritardo di pochi mesi, non si perdona: "Nonostante questa penso sia una situazione in cui si siano trovate e si trovino migliaia di studenti, io non posso fare a meno di sentirmi sola al mondo, e mi sento un totale fallimento."

La situazione a casa, con i genitori che chiedono informazioni sulla laurea, non fa che peggiorare le cose: "Sono la prima persona del mio intero albero genealogico che frequenta l'università e che ha la prospettiva di una laurea, e quindi sento una pressione enorme da parte di tutti che continuano a farmi domande sul perché ci stia mettendo così tanto ecc. i miei genitori hanno la terza media e continuano a stressarmi anche quando porto buoni risultati a casa (ho la media del 27.4) perché non capiscono come funzioni l'università, e questo, nonostante capisca che non mi dicono nulla con cattiveria ma solo per pura ignoranza, mi provoca una rabbia cieca tanto dal non voler dire più nulla a nessuno per quanto riguarda l'università, o peggio, dal mentre loro sui risultati ottenuti. Non so nemmeno perché glieli dico in realtà, visto che l'università me la pago io, ma tant'è."

"Mi sento così male anche perché probabilmente continuo a confrontare il mio percorso con quello degli altri" afferma la giovane. A tutto questo si accompagna un grave malessere: "Vedo i miei vecchi compagni di liceo laurearsi e io invece mi sento bloccata, vedo tutti andare avanti con la propria vita mentre io mi sento persa. Inoltre, quello che studio mi piace moltissimo, mi appassiona molto, mi piacerebbe diventare insegnante ma sento solo opinioni negative della gente per quanto riguarda il percorso da me scelto. So che all'effettivo non conta niente, ma é da quasi quattro anni che mi sento dire che con questa laurea non andrò mai da nessuna parte e che avrei dovuto fare altro e ultimamente sta cosa mi sta deprimendo ancora di più, sento di aver sbagliato tutto. Questa cosa mi fa stare così male che letteralmente non ci dormo la notte, e anche solo il pensiero di mettermi sui libri mi blocca totalmente e procrastino quindi il più possibile, nonostante, ripeto, quello che studio mi piaccia molto. Mi sento persa, non so cosa fare o come uscirne, ho pensato ad andare in terapia ma purtroppo non posso permettermela e ho già fatto le sessioni disponibili con una psicologa dell'università."

Questa confessione ha aperto le porte a un dialogo più ampio sulla pressione sociale e sulle aspettative irrealistiche che gravano sulle spalle dei giovani. "Vi prego ditemi se avete avuto esperienze simili perché ne ho bisogno" conclude il post.

La voce degli altri universitari: "Non lasciarti travolgere"

La risposta degli utenti Reddit è stata straordinaria, con molti universitari ed ex-universitari che hanno condiviso sentimenti simili e parole di incoraggiamento.

Scrive un utente: "Situazione comprensibile questa tempesta di pensieri e sentimenti, ma non devi lasciarti travolgere. Anche perché è una negatività che si ripercuote su di te e ne genera altre di negatività. Un po' mi ci rivedo. L'università non l'ho finita e dopo diversi anni è ancora una lama conficcata dentro che brucia. Ma non posso rovinarmi la vita per questo. Tu invece hai avuto solo uno slittamento. Prova solo a immedesimarti con il tuo IO del 2025 quando tutto questo sarà finito, passato e laureata. Per le persone che gettano negatività, molte volte è invidia. Lasciale perdere. Per i genitori... Quando sarà finita, smetteranno anche loro :)"

Un'altra studentessa dimostra empatia: "Nel percorso universitario possiamo cadere più e più volte. Magari, siamo pure consapevoli dei nostri sforzi, ma tutto sembra inutile di fronte a dei risultati scarsi, soprattutto quando li paragoniamo (o vengono paragonati da altri) a quelli dei nostri colleghi. Bisogna trovare un po' di rispetto per noi stessi, per i nostri tempi e per i nostri sforzi.

Un'altra filosofia da adottare per prendere queste cose è dire “ormai è andata”. Non possiamo farci niente se siamo indietro ad alcuni esami. Nel senso, non possiamo tornare indietro nel tempo e organizzarci meglio con lo studio. La cosa migliore da fare è accettare il passato e come sono andate le cose, per migliorarci in futuro." 

Poi aggiunge: "Andare fuori corso ci sta. Capita. Leggo sempre di fuori corso qui. Ognuno ha i suoi motivi. Tu, nello specifico, sarai pure fuoricorso ma hai una media alta mentre sei una studentessa lavoratrice. Non ho dati alla mano, ma credo che sia abbastanza comune per uno studente lavoratore andare fuori corso (è comune per i frequentanti non lavoratori, perché non dovrebbe essere comune per chi lavora e non ha la possibilità di frequentare?).

Il tuo obiettivo è di finire l'università e dare questi benedetti 5 esami rimanenti, no? Bene, prima o poi li darai, che ci vogliano 1, 2 o chissà quanti anni. Non capisco quale sia il problema per i tuoi genitori se vai vuoi fuori corso considerando che sei tu a pagarti l'università.

Anche se darai un solo esame nei prossimi mesi, sarà comunque una vittoria. E andrà bene anche se ne darai zero. Non ci sono problemi, ti risolleverai."

Un messaggio di positività proviene invece da un altro utente: "Non sei in ritardo sui tempi. Al contrario, se vuoi insegnare dovrai fare un concorso, e a quanto so io in quel concorso possono guardare il voto di laurea per la graduatoria, ma non guardano le tempistiche, quindi è preferibile laurearsi anche con due anni di 'ritardo' pur di avere un paio di punticini in più alla laurea.

E comunque hai un lavoro e frequenti l'università, hai dato vari esami, NON sei una fallita. Forse sei un po' stanca in questo periodo, forse hai bisogno di un po' di riposo (in tal caso, prenditi 6 mesi senza uni né studio tra marzo 2025 e l'inizio della magistrale), è normale, sei pur sempre un essere umano. In bocca al lupo per tutto!"

 

 

Data pubblicazione 19 Febbraio 2024, Ore 7:58
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