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Perché abbiamo paura degli esami e dei brutti voti? articolo

Gli esami universitari costituiscono una fase cruciale nella vita degli studenti, durante la quale si confrontano con una serie di pressioni e sfide che possono generare ansia, paura e persino depressione. Questi sentimenti non sono affatto rari e sono il risultato di diversi fattori che interagiscono tra loro, sia a livello individuale che sistemico.

Parliamo, ad esempio, della pressione sociale e delle aspettative elevate, ma anche del grado di difficoltà del materiale di studio e del perenne clima di competizione: tutti fattori che contribuiscono a generare negli studenti sentimenti contrastanti e quasi mai di natura positiva. Una condizione che scaturisce nei primi anni di formazione, cioè dal primo approdo tra i banchi, e perdura per tutti gli anni dell'età scolare. 

Al riguardo, il caso di cronaca dello studente 14enne lanciatosi dal terzo piano è indicativo di un malessere che accomuna tutte le fasce di età. Per questo motivo un utente su Reddit ha posto una questione importante: perché gli studenti, soprattutto dei primi anni, sono sempre più spesso ansiosi, depressi e incapaci di creare una rete sociale di supporto? Come mai arrivano così impauriti agli esami, in particolare agli orali? 

Esami: perchè ci fanno così paura?

“Perché gli studenti, soprattutto dei primi anni, sono sempre più spesso ansiosi, depressi e incapaci di creare una rete sociale di supporto? Viviamo in una società con opportunità di socialità, conoscenza e studio pressoché infinite, eppure sembra che gli studenti siano sempre più incapaci di socializzare, studiare e rispondere a richieste e superare scogli difficili” esordisce il post su Reddit. La questione è più che mai attuale: “Come mai secondo voi arrivate/ano così impauriti agli esami, in particolare agli orali? Perché si ha così paura del docente o del Professore e si interagisce così poco durante la lezione?” E' un problema legato alla qualità dell'insegnamento o a fattori esterni come, ad esempio, il Covid? Si chiede l'autore del post che si interroga anche su quanto sia difficile oggi tenere botta dopo una 'delusione accademica'. Perché il problema non sarebbe il brutto voto, che di per sé fa parte del gioco, ma la reazione ad esso. E forse questa nasce per mancanza di un valido supporto. Ad esempio, l'autore chiede: “Ci sono esami "difficili" che influenzano molto la vostra psiche/ il vostro fisico e secondo voi dovrebbero essere monitorati?

Le risposte degli utenti

La questione andrebbe 'spacchettata' secondo la maggioranza delle risposte. Ovvero scindere la questione meramente tecnica (lo studio) da quella emozionale (la reazione). Come molte altre cose della vita, anche l'università fornisce il suo personalissimo bagaglio esperienziale: “Per molti credo sia il primo vero periodo di responsabilizzazione, le lezioni e lo studio dipendono da te e da come le affronti. Questo credo porti molti alla paura dello sbagliare, paura che viene amplificata se nella tua carriera scolastica le cose sono andate quasi sempre bene. Da qui l'ansia” commenta un 'redditor'. 

Un po' come quando da piccoli ci si sbuccia un ginocchio cadendo dalla bicicletta: è tutta esperienza una volta capito l'errore. Ma non tutti sono in grado di reagire adeguatamente: “Alla fine è un'esperienza nuova che all'inizio viene sottovalutata e quando l'università ti prende a pugni nelle gengive uno ci rimane male, però poi si impara a pararsi col tempo. Sul lato sociale non voglio sbilanciarmi perchè ognuno può avere più motivazioni e problemi, generalizzare dicendo che uno non ha amicizie perchè è brutto mi sembra un pò superficiale” conclude l'utente.

Anche il contesto è importante. E non sono poche le università che lasciano gli studenti soli a loro stessi nei momenti più concitati: “Con gli esami nonostante l'ansia me la sono sempre cavata bene, ma la totale condizione di incertezza e precarietà in cui sei lasciato al momento della tesi e nel mio caso l'ansia di dover fare un'ulteriore prova dopo 2 mesi dall'aver concluso tutti gli esami, aspettandomi un potenziale colpo di grazia finale, non aiuta per niente. Il tutto condito ovviamente da svariate problematiche personali, magari sarei potuto arrivarci meglio alla fine senza queste ultime ma credo sempre con una certa dose di disagio” afferma, infine, un altro utente.

Data pubblicazione 20 Febbraio 2024, Ore 10:30
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