
La vita universitaria è una corsa continua contro il tempo, tra lezioni, studio, esami e spesso un lavoretto part-time per arrotondare.
In questa maratona quotidiana, la pausa pranzo diventa spesso un momento sacrificabile: un veloce boccone tra una lezione e l’altra, consumato sulla scrivania o addirittura saltato del tutto.
Un’indagine di Knorr, che ha coinvolto 1200 studenti universitari italiani, rivela quanto la frenesia della vita degli studenti si rifletta nelle loro abitudini alimentari.
Pasti frettolosi, mancanza di gusto e poca varietà caratterizzano una pausa pranzo che sembra non avere mai il giusto spazio. Ma cosa c’è davvero dietro queste abitudini? E cosa sognano davvero gli studenti quando arriva il momento di concedersi un pasto?
Indice
Pausa pranzo: un lusso per pochi universitari
Secondo i dati dell’indagine Knorr, realizzata con metodologia SWOA (Social Web Opinion Analysis), il 32% degli studenti universitari dedica meno di mezz'ora alla pausa pranzo, spesso perché il tempo stringe e le lezioni si susseguono senza sosta.
Solo il 23% riesce a ritagliarsi un’ora o più per godersi un pasto completo. E c’è di peggio: 1 studente su 10 arriva a saltare completamente il pranzo, schiacciato dagli impegni e dallo stress della giornata.
Il quadro che emerge dall’indagine mostra una generazione sempre di corsa, che consuma i pasti nei luoghi più disparati: il 33% degli studenti pranza direttamente sulla scrivania o in aula, mentre il 27% preferisce un pasto al volo, magari in piedi, per strada.
Insomma, il tempo è poco e mangiare diventa una faccenda di necessità più che di piacere.
Cosa mangiano gli universitari in pausa pranzo?
Anche il tempo dedicato alla preparazione del pranzo rispecchia la frenesia della vita universitaria. Il 32% degli studenti impiega tra 15 e 30 minuti per preparare la propria schiscetta, mentre il 21% riesce a fare tutto in meno di 15 minuti.
Spesso si tratta di piatti cucinati la sera prima (37%) o la mattina in fretta prima di uscire (30%).
La poca voglia di cucinare e la mancanza di competenze culinarie incidono pesantemente sulla qualità dei pasti: il 72% degli intervistati ammette che la pigrizia e la scarsa motivazione sono i principali ostacoli, mentre il 55% dichiara di non essere abbastanza bravo ai fornelli.
Di conseguenza, non sorprende che solo il 21% degli studenti si dichiari soddisfatto della propria pausa pranzo, mentre il 45% non è affatto contento.
Per questo motivo, molti scelgono piatti preconfezionati (26%), si affidano agli avanzi della sera prima (21%) o persino a coinquilini e genitori per la preparazione del pasto (16%).
Quando si parla di cosa finisca nella schiscetta, emerge una chiara preferenza per i primi piatti: il 27% degli studenti opta per un piatto di pasta o riso, facile da preparare e saziante.
Subito dopo, con il 24%, ci sono i contorni a base di verdure, che offrono un’opzione più salutare e leggera.