
Notifiche che arrivano senza sosta, l'ansia di restare connesso e un livello di stress che, tra un esame e l'altro, sembra crescere a dismisura. Non c’è da stupirsi se in tutto questo il desiderio di staccare la spina, anche solo per un po', diventi un bisogno reale.
Davanti a questa esigenza, sempre più diffusa, l'Università Europea di Roma (UER) ha lanciato la sua "Offline Room", la prima in assoluto in un'università italiana. L'idea è semplice, ma rivoluzionaria: offrire agli studenti un vero e proprio spazio protetto per praticare la disconnessione digitale consapevole e riscoprire il valore della concentrazione profonda.
L'iniziativa si inserisce nel più ampio progetto PROBEN, un piano finanziato direttamente dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). L'obiettivo è non solo quello di ridurre lo stress quotidiano, ma anche di contrastare la dipendenza da smartphone, per diminuire sul lungo periodo il rischio che gli studenti decidano di abbandonare gli studi universitari.
Indice
Cosa sono le Offline Room
Dimenticate, dunque, la solita aula studio rumorosa, piena di gente incollata allo schermo del PC. La "Offline Room" è tutta un'altra storia. Si tratta di un ambiente raccolto e protetto, studiato per favorire la vera disconnessione.
All'interno, gli arredi sono essenziali, le luci calde e le sedute molto comode. La regola fondamentale, invece, è depositare i dispositivi digitali all’ingresso e immergersi in un'esperienza analogica e rigenerante. Dentro non ci sono schermi né cavi, ma strumenti come giochi da tavolo, materiali creativi, libri cartacei e persino strumenti per la meditazione.
Tutto serve a riscoprire l'importanza del tempo presente, della socialità reale (quella faccia a faccia, per intenderci) e della creatività che non passa attraverso uno schermo. L’accesso è su base volontaria e, per ottenere un effetto positivo sul piano emotivo e cognitivo, la permanenza consigliata è di almeno 20-30 minuti.
Anche supporto psicologico
La Offline Room è solo una parte dell'offerta dell'ateneo per il benessere degli studenti. Accanto a questo spazio, infatti, l'UER ha attivato un servizio gratuito di counseling psicologico. Questo servizio è rivolto a chiunque stia sperimentando ansia, insicurezze legate al percorso accademico o difficoltà relazionali.
I primi risultati ottenuti, grazie all'analisi condotta prima e dopo il counseling, sono a dir poco sorprendenti. Si registra una netta diminuzione del rischio di abbandono universitario e un significativo miglioramento del benessere emotivo, ma anche delle risorse mentali personali e delle capacità di gestione dello stress.
Tra le principali motivazioni che spingono gli studenti a cercare questo aiuto troviamo proprio l'ansia e lo stress, che rappresentano il 38% delle richieste. A seguire ci sono i problemi familiari o relazionali (28%) e gli eventi critici (18%).
I dati sul malessere diffuso
Per capire perché l'università senta il bisogno di intervenire con progetti come PROBEN, basta guardare ai dati emersi da un'indagine epidemiologica condotta tra gli studenti per capire il quadro. Lo scenario che ne è uscito fuori è preoccupante e spiega bene il malessere diffuso tra i giovani.
Ben il 45% è sedentario, e il 40% dorme meno di 6 ore per notte. Non solo: il 59,2% fuma abitualmente e il 56,1% salta i pasti in modo ricorrente. Lo stile di vita di molti appare fortemente condizionato da un uso problematico dello smartphone e dei social media. E il benessere percepito è, in generale, solo moderato.
Anche a livello sociale ci sono delle criticità: sebbene l'84,7% si dichiari soddisfatto dei rapporti che riesce a instaurare, molti lamentano un certo distacco e competitività nel contesto accademico. A questo si aggiunge un 30,3% di studenti che esprime insoddisfazione per le valutazioni ricevute dai docenti.
L'ispirazione internazionale e l'obiettivo futuro
L'idea della Offline Room non nasce dal nulla. L'iniziativa si è ispirata a esperienze internazionali di digital detox che sono già state adottate con successo in altre università nel mondo.
Questo dimostra che la disconnessione consapevole può diventare un vero e proprio strumento potente per vari obiettivi: aumentare la lucidità mentale, migliorare le relazioni interpersonali e, non da ultimo, favorire la concentrazione nello studio.
Il progetto PROBEN si basa sul modello teorico "I COPPE", che identifica ben sei dimensioni fondamentali del benessere: interpersonale, comunitaria, occupazionale, fisica, psicologica ed economica.
L'iniziativa, realizzata in partenariato con altre università italiane, si candida a diventare un vero e proprio modello replicabile su scala nazionale per il benessere universitario.