
Il 29 Maggio scorso, all’università IULM di Milano, si è svolto il convegno durante il quale Almalaurea ha presentato la XV indagine sul profilo dei laureati del 2012 facendo emergere dei dati importanti interessanti: voi universitari vi laureate molto prima rispetto al 2004 e siete aperti alla flessibilità lavorativa, siete disposti a trasferimenti e a contratti part time e a tempo determinato, pur sognando una certa stabilità. Lo studente universitario del 2012 poi tende a frequentare le lezioni e a specializzarsi con stage e tirocini, e cresce la percentuale di chi ha esperienze di studio o lavoro all’estero. Insomma, in tempi di crisi e con il preoccupante numero di giovani senza lavoro e di neet, chi sceglie di andare all’università sa di giocarsi una carta importante per il proprio futuro e lo fa con determinazione.
TEMPI DI CRISI – Al convegno Almalaurea all’università IULM di Milano del 29 maggio dal titolo “Scelte, processi, esiti nell’istruzione universitaria”, il rettore Puglisi si è mostrato soddisfatto dei risultati occupazionali dei laureati che escono dall’ateneo, ma “d’altro canto la mia soddisfazione si offusca quando allargo lo sguardo alle condizioni generali del paese”, aggiunge. Infatti la disoccupazione dei giovani continua a crescere e cresce anche il numero dei cosiddetti neet, i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non hanno un’occupazione e non sono impegnati in formazione. In questo frangente, però, secondo il XV profilo dei laureati italiani presentato da Almalaurea, voi ragazzi che scegliete di andare all’università reagite a questo stato di cose velocizzando il vostro percorso di studi e partecipando attivamente alla vita universitaria.
LAUREATI PIU’ GIOVANI E ATTIVI – Oggi, infatti, l’età media di chi si laurea è di 24,9 anni contro i 26,8 del 2004. In particolare, nel 2012 si scende a 23,9 anni per i laureati di primo livello, 25,2 anni per i magistrali e 26,1 per i magistrali a ciclo unico nel 2012. In più, hanno dichiarato di avere frequentato regolarmente più del 75 % degli insegnamenti previsti 68 laureati triennali su cento, e cresce la percentuale di chi ha voluto fare un’esperienza di studio o lavoro o all’estero con Erasmus o altri programmi di formazione. Anche i laureati magistrali hanno dato grande importanza alla frequenza delle lezioni (più del 70% ha frequentato regolarmente almeno i tre quarti delle lezioni) e all’esperienza di stage e tirocini, che entrano nel bagaglio formativo di 60 laureati su cento. Insomma, gli universitari investono sempre di più sui loro studi, e dentro questo quadro diminuiscono anche i fuori corso: i laureati in corso erano poco meno del 10 per cento nel 2001 e sono diventati il 41 per cento nel 2012.
E DOPO? – Da questi dati, voi studenti universitari sembrate determinati a costruirvi un “buon curriculum”, volete essere competitivi e guadagnare esperienza lavorativa il prima possibile con grande impegno. Infatti, tra chi si è laureato nel 2012 è diffusa la disponibilità ad effettuare trasferte frequenti di lavoro (31 %), e il 44% cambierebbe città di residenza. Solo il 3% dei laureati non è disponibile a trasferte. In più, accettereste lavori part-time e contratti a tempo determinato aprendovi alla flessibilità lavorativa. Tuttavia, nonostante ci sia la tendenza a velocizzare il percorso universitario, le lauree magistrali continuano ad essere la scelta di molti laureati di primo livello e cresce il numero di chi pensa ad una formazione post-laurea: 38,5 laureati su cento vorrebbero proseguire gli studi con un master, un dottorato o una scuola di specializzazione.
Carla Ardizzone