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figlia festeggia la laurea con il padre
Fonte: Il Resto del Carlino

Una laurea atipica e commovente, che si trasforma in un’occasione per ringraziare in maniera concreta le persone che si sono prese cura di suo padre. 

 


 

Protagonista della vicenda è Benedetta Mughetti, laureata in Conservazione dei beni culturali e Storia dell’Arte all’Università di Ravenna.

La giovane si è presentata alla discussione in tailleur bianco, ed è stata incoronata d’alloro tra i festeggiamenti generali.  Accanto a lei suo padre, giustamente orgoglioso.

 

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Il regalo di laurea: una donazione a chi ha salvato suo padre

Cosa chiedere in regalo per la laurea? La risposta che si è data Benedetta di sicuro non è da tutti. Come fa sapere ‘Il Resto del Carlino’, la ragazza ha infatti avanzato una richiesta particolare, e cioè quella di una donazione: “Considerato che abbiamo di tutto e che c’è una vicenda che mi ha fatto tremare il cuore e ha innescato in me il desiderio di ringraziare concretamente una struttura sanitaria che si applica quotidianamente contro i tumori oncoematologici”. Una struttura, questa, che ha salvato la vita del padre, 61 anni, tecnico di radiologia a Rimini, che un anno fa ha dovuto affrontare, con successo, una battaglia contro un linfoma. E non è stata la prima volta, visto che lo stesso brutto problema di salute si era presentato per la prima volta 12 anni prima. 

E così Benedetta ha chiesto a tutti quelli che volevano festeggiarla di condividere con lei l’intento di una donazione al padiglione Seragnoli dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove il padre è stato curato con protocolli sperimentali.

 

Benedetta: “Il loro aiuto cambia la vita delle persone e rende possibili la vita”

E gli amici non hanno fatto mancare il proprio supporto, aderendo di buon grado alla richiesta speciale della neolaureata. “Ma non è la cifra raccolta l’aspetto più importante di questa condivisione, ha detto la dottoressa, come riportato da ‘Il Resto del Carlino’. “Con la donazione, effettuata attraverso l’Ail, ossia l’Associazione linfomi e leucemie di Bologna, spero di contribuire pur in minima parte, alla ricerca e alla cura ma, soprattutto, vorrei indicare ad altri questa possibilità. Quella di donare, magari rinunciando ad oggetti e abiti che restano inutilizzati mentre in alternativa potremmo contribuire alla ricerca in struttura importante”.

Tumore, ha spiegato ancora Benedetta, è una parola che spaventa anche solo a pronunciarla e quando le persone a noi vicine si ammalano è come se ci ammalassimo un po’ anche noi. È in questo frangente che si comprende quanta paura susciti il timore di perdere qualcuno a cui si tiene più della propria vita. Io stessa ho provato quella paura che smuove ogni singola cellula del cuore. Vorrei far sì che con la ricerca, anche attraverso le donazioni, la paura non esista più e, soprattutto, che le malattie del sangue vengano sconfitte. Per tutte le cure e le attenzioni che hanno riservato a mio padre ringrazio dunque tutto il padiglione Seragnoli, il professor Pier Luigi Zinzani, i volontari Ail di Bologna: il loro aiuto cambia la vita delle persone e rende possibili la vita e la cura.