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laurea in memoria di Sara Campanella
Fonte: La Stampa

Un momento che va dritto al cuore, quello che arriva dall'Università di Messina: a sette mesi dal suo brutale femminicidio, Sara Campanella, la giovane studentessa palermitana di 22 anni, è stata infatti proclamata dottoressa in Tecniche di Laboratorio Biomedico con il massimo dei voti: 110 e lode.

Nell’Aula Magna dell’Ateneo messinese si è tenuta una celebrazione intensa e commovente per rendere omaggio alla memoria di Sara. L’evento ha visto la partecipazione di docenti, colleghi e autorità, tutti uniti per onorare il ricordo di una ragazza a cui è stato strappato un futuro brillante.

La rettrice Giovanna Spatari, visibilmente emozionata, ha consegnato la pergamena di laurea alla madre di Sara, Maria Concetta Zaccaria: un gesto che sottolinea l'impegno dell'università contro la violenza di genere

“Oggi è un giorno che avevamo sognato assieme a Sara, ma certamente in modo diverso”, ha detto la madre tra le lacrime. “Sara meritava di prendere questa laurea, noi porteremo la sua luce, ovunque, sempre e comunque. Lei vive in ognuno di noi. È stato un dono prezioso che Dio ci ha donato e lo ringrazio per avermi regalato questa creatura meravigliosa. Una ragazza straordinaria. Sara era amore e luce”.

Indice

  1. La voce rotta della rettrice
  2. La tesi sulla prevenzione dei tumori
  3. Cosa è successo a Sara

La voce rotta della rettrice

La commozione ha segnato ogni momento della cerimonia, a partire dalle parole della rettrice, che ha proclamato Sara Campanella dottoressa con la votazione massima e la lode, con la voce che le tremava al limite delle lacrime.

La docente ha, però, colto l'occasione anche per evidenziare un drammatico filo rosso che lega le studentesse vittime di femminicidio: “A pensarci bene sono tutte ragazze brillanti, solari, in regola con gli esami e perfettamente integrate nei gruppi di cui fanno parte. Penso a Giulia Cecchettin, a Lorena Quaranta. Non so se è un caso ma queste ragazze avevano tanto in comune, il sorriso, l’impegno, le capacità", dice la rettrice, come riportato da ‘La Stampa’.

L’Università di Messina ha anche annunciato borse di studio e nuove iniziative contro la violenza di genere, tra cui l’intitolazione del cortile del Rettorato a Sara Campanella e Lorena Quaranta, anche quest’ultima studentessa vittima di femminicidio nel 2020. 

La tesi sulla prevenzione dei tumori

La tesi di Sara, che le è valso il 110 e lode, è stata discussa da una sua collega, Martina. Che ha illustrato un progetto che testimonia la passione di Sara per la ricerca scientifica e il suo desiderio di "fare la differenza".

Il lavoro trattava un argomento di grande rilevanza scientifica: il ruolo dell’epigenetica nella prevenzione dei tumori ovarici e mammari. Uno scritto che rimarrà un esempio indelebile per tutti gli studenti e per l'intera comunità accademica.

Prima della proclamazione, inoltre, è stato proiettato il cortometraggio “Fili invisibili”, dedicato alla consapevolezza sulla violenza di genere. Infine, è stata consegnata un’ambulanza della Misericordia con inciso il nome di Sara e la frase: “Mi amo troppo per stare con chiunque”.

Cosa è successo a Sara

La vita e i sogni di Sara sono stati interrotti tragicamente lo scorso marzo, alla fermata dell'autobus, dopo aver lasciato il Policlinico universitario. La studentessa aveva appena incontrato il professore Massimiliano Berretta. Lo stesso che, post mortem, le ha fatto da relatore di tesi.

Sara è stata seguita da un ex collega di corso, Stefano Argentino, che da un anno e mezzo la perseguitava. La tragedia si è consumata per strada: il giovane l’ha colpita con un taglierino alla giugulare, uccidendola praticamente sul colpo. È emerso che l'assassino aveva anche studiato su Internet i punti più sensibili per provocare una morte immediata. Lui stesso lo scorso agosto si è poi tolto la vita in carcere.

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