
Dopo tanto studio, una laurea e un master in Pubblicità, tutto sembrava andare verso la giusta direzione. Invece, a volte, la vita ti riserva sorprese e ti spinge a fare delle scelte coraggiose, magari inaspettate.
Proprio quello che è successo a Cristina Anemone, 40 anni, che un anno e mezzo fa ha deciso di dare un taglio netto al suo percorso professionale.Dopo anni di lavori precari tra Milano e la Puglia, con orari impossibili e stipendi che faticavano ad arrivare, Cristina ha detto basta. Ha scelto la stabilità e la dignità di un lavoro che le permettesse di riprendersi il suo tempo.
E così, a dicembre 2023, ha firmato un contratto a tempo indeterminato come netturbina per l'Amiu a Bari. Una decisione che potrebbe sembrare insolita per molti, ma che per lei è stata la chiave della felicità.
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Addio precarietà, benvenuta stabilità!
Cristina, al Corriere del Mezzogiorno, ha raccontato la sua esperienza senza filtri, con un sorriso che parla da sé. La sua storia è un po' lo specchio di quello che accade a tanti giovani in Italia, dove i salari reali sono scesi e la precarietà è all'ordine del giorno.
Lei stessa ha detto: "Non mi pento della mia scelta di fare la netturbina. La rifarei". Un messaggio forte, che fa riflettere su quanto la qualità della vita sia spesso più importante di un titolo o di un lavoro insoddisfacente.
La sveglia alle 4? Nessun problema se poi c'è tempo per se stessi
Cristina racconta la sua nuova vita fatta anche di alzatacce: "Sono passati quasi due anni, durante i quali sono riuscita ad abituarmi anche alla sveglia alle 4".
E con la stessa energia aggiunge: "Alle 5 inizio il mio turno di lavoro: mi occupo della raccolta della spazzatura porta a porta a Torre a Mare, alle porte di Bari. Da circa un mese da un part time sono passata a un full time e sono molto contenta. Lavoro un giorno in più e guadagno di più. Finisco il mio turno alle 11.30, dal lunedì al sabato. E, quando chiudo, ho tutta la giornata da dedicare ai miei hobby e alla mia famiglia".
Un lavoro umile, ma dignitoso, e anche faticoso, ci tiene a sottolineare. Ma la cosa fondamentale per lei è che le permette di avere il tempo di riposare e, soprattutto, di stare con la sua bambina di 5 anni.
Dal marketing alla raccolta rifiuti: una scelta di libertà
Prima di questa svolta, Cristina ha avuto diverse esperienze professionali: da un'agenzia di comunicazione di Milano a un'azienda in Puglia, fino a una piccola attività familiare chiusa a causa della pandemia nel 2020.
La ricerca di un "posto statale" era diventata l'ultima spiaggia, ma si è rivelata una vera e propria ancora di salvezza. Ha partecipato a un concorso dove bastava la licenza media, dimostrando che non servono per forza titoli altissimi per trovare la propria strada.
E non finisce qui: Cristina è anche ottimista riguardo alle opportunità di carriera all'interno dell'azienda e, a dicembre scorso, è stata eletta nell'organismo sindacale Rsu, unica donna su quindici rappresentanti.