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Studentessa di un corso di laurea umanistica che studia da un libro

Il mondo universitario, come da tradizione, si divide in due grandi fronti, quello umanistico e quello scientifico. E, seguendo l’opinione comune, se da una parte si punta sull’apertura mentale, la profondità dello sguardo e la capacità di fare sistema, dall’altra si punta sul rigore e sul metodo, sulla concretezza e la dimostrabilità. Tutte cose vere fino a un certo punto, naturalmente. Ma, al netto di questo, rimane una differenza sostanziale tra le due direzioni di studio, soprattutto da un punto di vista nello specifico: rispetto ai colleghi umanisti, i laureati Stem sono molto più richiesti nel mondo del lavoro

L’argomento, inutile dirlo, è spesso oggetto di discussione. Discussioni che si sono aperte anche nel caso di un post Reddit in cui si chiedeva un’opinione: Laureati in facoltà umanistiche, vi siete pentiti della vostra scelta oppure no?.

Pentiti degli studi umanistici? “Purtroppo devo dire di sì”

L’utente chiede: Laureati in facoltà umanistiche, vi siete pentiti della vostra scelta oppure no?. E poi ancora: “Mi piacerebbe sapere quanti dei laureati in facoltà umanistiche se potessero tornare indietro sceglierebbero comunque la loro facoltà (a fronte del lavoro, retribuzione, materie studiate etc)”.

Non sono pochi quelli che hanno risposto affermativamente: “A oggi, a un anno dalla laurea magistrale in comunicazione, purtroppo devo dire di sì, mi sono pentito, scrive qualcuno. Mi spezza il cuore dirlo, ho adorato studiare queste materie, il mondo della comunicazione e della pubblicità mi affascina sin da bambino ma lavorativamente la situazione è tragica. Una situazione che si fa ancora più tragica se oggetto di confronto: “Contemporaneamente, vedo i miei amici laureati STEM venire bombardati da offerte di lavoro, diversi amici sono stati assunti a tempo indeterminato in grandi aziende per il solo fatto di essersi ISCRITTI a Ingegneria Informatica/Informatica/Gestionale che parlano di RAL da tot decine di migliaia di euro, a far fare a gara alle aziende su chi rilancia di più come stipendio”.

Oppure ancora: Pentita sí, e molto. A differenza di molti altri qui in questa discussione, io non ho mai amato alla follia le cose che ho studiato. Per carità, ho sempre considerato il mio corso triennale (Psicologia) e magistrale (Comunicazione) come "carini", ma niente di più. Mi sono fatta trascinare dai miei, convintissimi che qualsiasi laurea fosse prestigiosa e un biglietto di sola andata per un bel lavoro d'ufficio, e con il senno di poi avrei agito in tutt'altro modo”. Conclude: “A oggi credo che un sacco di lauree siano inutili, rischiose o per ricchi.

Gli umanisti convinti: “Pentita no, assolutamente no. Mai”

Dall’altra parte della barricata, però, non sono mancati quelli che invece rivendicano a gran voce le proprie scelte. Anzi, a onor del vero si tratta della maggior parte degli utenti che hanno commentato: “Laureata in comunicazione e poi relazioni internazionali. Soddisfatta

E ancora: “Il percorso lavorativo non è stato esattamente lineare ma 10 anni dopo faccio un lavoro che mi piace moltissimo”.

Altri esempi non mancano: “11 anni dalla laurea magistrale in psy, non mi dispiace, non me ne pento. Sto facendo una buona carriera (estero) e la laurea in psicologia non è mai stata un ostacolo, anzi”. C’è anche chi è ancora più diretto: Non mi sono pentito affatto”.

Tra i soddisfatti, non tutti hanno avuto un percorso standard: “Laureato in storia. Ora frequento informatica. Non mi sono assolutamente pentito della scelta. Studiare seriamente una disciplina umanistica mi ha fatto innamorare dello studio, e adesso sono molto più curioso verso altre discipline”

Pentita no, assolutamente no. Mai, scrive un’utente. “Mi sono divertita tanto in triennale, ho studiato cose bellissime, ho avuto la possibilità di confrontarmi con i massimi esperti italiani di alcune materie, ho scritto la tesi su uno dei miei argomenti preferiti. Tutte queste sono state esperienze culturali molto piacevoli da vivere e che mi hanno arricchita molto come persona”. C’è chi è d’accordo: “Pentita no. Ho adorato quello che ho studiato e mi ha permesso di viaggiare più di quanto non avrei fatto altrimenti. Quindi lo rifarei? Sì”. 

“No, volevo fare il prof di lettere, lo sono diventato presto e di ruolo, tutto bene!”, dice un altro. Altra opinione simile: Io sono un umanista fatto e finito, non potrei studiare altro e ho sempre covato il desiderio di fare l'insegnante. Quindi io mi posso ritenere soddisfatto”. I periodi no però ci sono stati: “Ma ho avuto i miei periodi di crisi. Ho smesso di studiare per un anno e mezzo e sono andato a lavorare. Ho fatto diverse esperienze, mi sono dato da fare, ho snobbato come un mulo, ho provato diversi lavori, ho conseguito patenti, abilitazioni... tutto per avere dei piani B, che non si sa mai. Alla fine della suonata son tornato sui miei passi e ho capito che ciò che studiavo era la mia vita, non riuscirei a farne a meno, e ciò che desidero è fare l'insegnante”

Studentessa di un corso umanistico che studia in biblioteca

La zona grigia dei commenti: “Ho fatto un torto a me stesso non seguendo la mia passione…”

E poi ci sono quelli di mezzo, che hanno giudizi un po’ più a metà strada: Pentito no. Ma è servita a poco. La vita è andata da un'altra parte”.

Non mi sono pentita ma sono emigrata quasi subito dopo la laurea perché in Italia con le facoltà umanistiche non si combina molto”, scrive un’altra. “Se non vuoi entrare nell’insegnamento le alternative a tua disposizione si contano sulle dita di una mano”.

E poi c’è il punto di vista esterno, ma non per questo meno interessante, anzi: Da laureato STEM voglio dire che io ho una laurea di nicchia e scientifica, pagata bene. Ma i rimorsi esistono anche da questo lato per quanto mi riguarda. Semplicemente non ero adatto a questo mondo e avevo forti passioni umanistiche, che non ho seguito per la paura che sapete tutti. Continua a spiegare: “Penso spesso alla scelta fatta e al cosa sarebbe successo se avessi ascoltato più me stesso senza paure. Non avrei un lavoro? Molto probabile. Sicuramente pagato di meno. Ma non so, ho fatto un torto a me stesso non seguendo la mia passione….

Infine la battuta, immancabile: “Assolutamente no, ho fatto lettere classiche e mi trovo molto bene al mcdonald.

Data pubblicazione 31 Luglio 2024, Ore 11:38
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